Un articolo pubblicato sulla rivista Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice suggerisce di condurre contestualmente sia l’esame ortopedico sia la valutazione neurologica e fornisce una serie di consigli pratici
La comparsa di un problema nell’andatura del cane o del gatto rappresenta una causa tanto frequente quanto insidiosa di consulto nel setting veterinario. Il movente di un’anomalia a carico degli arti toracici è spesso di natura ortopedica e in genere è da ascrivere a problemi riguardanti l’articolazione del gomito, ma può anche dipendere da malattie neurologiche, che vanno diagnosticate tempestivamente. Negli animali più anziani, tra l’altro, le due cause possono coesistere. Un articolo pubblicato da due specialiste statunitensi sulla rivista Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice suggerisce, quindi, di condurre contestualmente sia l’esame ortopedico sia la valutazione neurologica. Il lavoro, in pratica, ripercorre i passaggi di una valutazione semeiotica completa dell’andatura – tutto quanto cioè i veterinari più esperti applicano già nella pratica clinica quotidiana – proponendo una visita complessiva di carattere sia ortopedico sia neurologico e fornendo una serie di consigli pratici.
Dal colloquio con il proprietario all’esame dell’andatura
Nell’ordine, prima dell’anamnesi e della valutazione clinica, l’articolo ricorda per esempio di dedicare grande attenzione a quanto riferisce il proprietario dell’animale, in quanto può fornire un iniziale orientamento alla diagnosi: se l’anomalia dell’andatura è per esempio di natura ortopedica, il problema è in genere costante, ma appare più evidente in piena corsa; se invece è in gioco un movente di natura neurologica il problema può manifestarsi in modo intermittente e apparire evidente anche a velocità contenute o al passo. In quest’ottica possono rivelarsi utili gli eventuali video girati dal proprietario in tempi recenti.
Si passa poi alla valutazione diretta dell’andatura. Il cane va osservato di fronte, da dietro e di fianco, facendolo camminare su una superficie non sdrucciolevole (con il gatto bisogna essere più creativi, magari facendogli inseguire la luce di un puntatore laser). Osservando l’animale in movimento – può essere d’aiuto un breve video girato con lo smartphone e rivisto al rallentatore – bisogna notare se ci sono difetti di flessione o estensione delle articolazioni, differenze di lunghezza e asimmetrie del passo, eventuali circonduzioni di una zampa. I problemi di natura ortopedica determinano l’accorciamento del passo, possono limitare il movimento di un’articolazione e causare lo spostamento del peso sull’arto sano, mentre il classico rumore di trascinamento delle unghie può indicare un problema neurologico. E l’articolo propone una serie di ulteriori esempi per discriminare un problema ortopedico da una malattia neurologica.
La valutazione ortopedica e le prove neurologiche
Si passa poi alla valutazione ortopedica dell’animale in varie posizioni – stazione sulle quattro zampe e decubito laterale – con i relativi suggerimenti sul modo di far emergere eventuali segni di atrofia muscolare, lassità delle articolazioni, versamenti articolari, deficit propriocettivi e quant’altro possa orientare la diagnosi.
Per la valutazione neurologica, l’articolo suggerisce una serie di prove – esame delle reazioni posturali, riflessi a carico degli arti anteriori, riflesso estensore del carpo, riflesso del bicipite brachiale, riflesso tricipitale, riflesso di retrazione, riflesso pannicolare ed esame dei nervi cranici – fornendo le rispettive indicazioni sul modo in cui vanno condotte e sulle risposte che possono fornire.
I segni neurologici orientano gli approfondimenti
L’articolo statunitense propone, insomma, un set di informazioni pratiche per condurre contestualmente una valutazione di tipo sia ortopedico sia neurologico, che con un po’ di esperienza si può condurre in tempi rapidi anche nei cani più diffidenti e nei gatti. L’intento è essenzialmente di non perdere l’opportunità di diagnosticare precocemente e trattare in modo più efficace un’eventuale patologia neurologica mascherata da sintomi in apparenza ortopedici. Alcune forme in evoluzione iniziale – come per esempio l’ernia del disco intervertebrale cervicale e i disturbi del plesso brachiale – possono infatti apparire come patologie ortopediche e presentarsi senza evidenti anomalie neurologiche. Come viene suggerito nell’articolo, il riscontro di segni neurologici deve orientare prioritariamente in questa direzione gli eventuali approfondimenti di imaging o elettrodiagnostici.
Reference
Sharon C. Kerwin, Amanda R. Taylor, Assessment of Orthopedic Versus Neurologic Causes of Gait Change in Dogs and Cats, Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice, 2021,ISSN 0195-5616,https://doi.org/10.1016/j.cvsm.2020.11.001.