Studio dell’Università della Florida sottolinea che i livelli di ansia e stress dell’animale crescono in modo significativo quando la valutazione avviene in un’area comune senza la presenza del proprietario
La presenza del proprietario e la sua interazione con il cane durante la visita veterinaria hanno un effetto tranquillizzante sull’animale e consentono di ridurre in modo significativo i suoi livelli di stress, l’ansia e i comportamenti di evitamento.
Tra l’altro, se la paura può rappresentare una reazione acquisita dopo precedenti esperienze negative, nel cane l’effetto stressogeno può essere alimentato anche dall’area in cui ha luogo la valutazione clinica. Sia la sala d’attesa sia la sala visite comune, infatti, possono far crescere nei cani l’ansia percepita, in modo particolare quando sono presenti altri cani.
Ridurre al minimo i livelli di stress è auspicabile per il benessere comportamentale degli animali da compagnia, per migliorare la soddisfazione dei clienti e per consentire una valutazione più accurata dei segni e dei sintomi clinici.
Eppure, in molti casi si usa ancora separare il proprietario dal proprio animale per condurre valutazioni più dettagliate o eseguire procedure a minima invasività.
A ribadire che si tratta di un aspetto che merita attenzione sono i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Small Animal Practice a cura di un gruppo dell’Università della Florida.
Decisive la location e la presenza del proprietario
Il lavoro statunitense – uno studio prospettico randomizzato incrociato – ha arruolato 44 cani adulti afferenti a una clinica veterinaria universitaria per una visita di controllo generale o una visita dentistica.
Tutti i cani sono stati sottoposti a tre rapide valutazioni consecutive: una visita di base (in presenza del proprietario), seguita da due esami obiettivi identici in una collocazione diversa e in ordine casuale (un’area visite singola in presenza del proprietario o un’area comune senza il proprietario).
L’obiettivo era di valutare il punteggio cumulativo per paura, ansia e stress sulla base di 5 comportamenti standardizzati e di misurare la frequenza cardiaca (bpm).
Per quanto riguarda l’atteggiamento comportamentale, il punteggio di base era pari a 1 su 5, a indicare assenza di stress o stress leggero, ma lo score è aumentato assieme alla frequenza cardiaca durante la visita condotta nell’area comune senza il proprietario, facendo registrare una crescita di 2,6 punti e di 20 bpm.
Nell’area comune, inoltre, il 64% dei cani ha presentato un punteggio ≥3 (corrispondente a stress moderato-severo), contro il 43% emerso nel corso dell’esame obiettivo condotto nell’area visite singola in presenza del proprietario.
L’indicazione pratica proveniente dallo studio
I risultati dello studio sottolineano, dunque, che l’aumento dell’ansia e dello stress si associa significativamente alla visita condotta in un’area comune senza la presenza del proprietario.
Per il cane, ricordano gli autori, durante la visita veterinaria i fattori stressanti comprendono l’esposizione a un ambiente ignoto e a persone che non conosce, ma anche la presenza di altri cani. In effetti, quando il luogo in cui si svolge la visita è troppo ricco di stimoli, l’animale può manifestare turbe comportamentali dettate dall’ansia. E tutto questo viene aggravato dalla separazione dal proprietario.
Nonostante la misurazione e l’interpretazione della risposta degli animali ai fattori stressanti sia oggettivamente problematica a causa delle numerose variabili in gioco, in questo studio la misurazione contestuale dei livelli d’ansia e del ritmo cardiaco ha fatto emergere risultati inequivocabili.
Se possibile, è quindi sempre meglio effettuare la visita in ambienti a basso stress e alla presenza del proprietario.
Reference
Mandese, W.W., Griffin, F.C., Reynolds, P.S., Blew, A.C., Deriberprey, A.S. and Estrada, A.H. (2020), Stress in client‐owned dogs related to clinical exam location: a randomised crossover trial. J Small Anim Pract.