Capire il proprio cucciolo è importante per instaurare un buon rapporto. Ma quali sono i comportamenti che vengono considerati più problematici? Qual è la percezione dei proprietari? Quali le tecniche si possono utilizzare per correggerli?
Tirare al guinzaglio, saltare addosso alle persone e la mancata risposta ai richiami sembrerebbero essere i comportamenti “sbagliati” più comuni dei nostri amici a quattro zampe. Tuttavia, sono visti come un reale problema principalmente dalle donne e in particolare da disoccupati, casalinghe, pensionati.
Di contro, studenti, lavoratori o proprietari di cani medio-grandi, pur accorgendosi di questi comportamenti, non li considerano una problematica sulla quale intervenire, rifiutando quindi un aiuto professionale che si è però mostrato la scelta migliore per prevenirli.
È quanto emerge dallo studio di Michelle Lord e colleghi dell’Università di Bristol (UK), recentemente pubblicato su Applied Animal Behaviour Science.
Avere un cane è senz’altro un’esperienza positiva, ma allo stesso tempo impegnativa, anche per gli eventuali comportamenti scorretti del proprio animale. Ma cosa si intende per “comportamento non corretto”? Da cosa può dipendere? Qual è la percezione dei padroni? Quando diventa un vero problema e come si può agire?
Lo studio condotto su oltre 1000 proprietari di cane
I ricercatori inglesi lo hanno chiesto ai proprietari di oltre mille cuccioli (n=1.111; 6-9 mesi d’età) attraverso un questionario, dal quale è emerso che:
- il 31,3% (n=302) dei proprietari di cuccioli di 6 mesi che hanno compilato il questionario hanno evidenziato almeno un problema comportamentale. La percentuale è salita al 35,2% dei proprietari di cuccioli di 9 mesi (276 dei 784 che hanno risposto al questionario)
- dei 302 proprietari che hanno evidenziato un problema a 6 mesi, il 39,1% ha cercato un aiuto esterno (il 57,8% valutando più opzioni); la percentuale di coloro che hanno cercato una o più soluzioni sale rispettivamente al 45,7% e al 55,6% tra i 276 proprietari che hanno rilevato problemi a 9 mesi
- i proprietari che hanno cercato un aiuto esterno si sono rivolti solitamente a un addestratore (72% a 6 mesi, 68,3% a 9 mesi) o via web a organizzazioni educative (33,9% e 27% a 6 e 9 mesi)
- i comportamenti ritenuti nel complesso più problematici a 6 mesi sono: saltare addosso alle persone, morsicare/addentare mani e vestiti, tirare al guinzaglio e non rispondere ai richiami. Situazione analoga a 9 mesi (a quell’età i problemi più comuni sono stati saltare addosso alle persone, non rispondere ai richiami e abbaiare eccessivamente o in situazioni inappropriate).
I fattori che modificano la percezione
I ricercatori hanno poi confrontato le caratteristiche dei proprietari di cuccioli di 9 mesi che hanno risposto al questionario: fattori come età, tipo di casa, livello educativo, presenza di altri cani in casa o di bambini o l’aver frequentato corsi di addestramento nei due mesi precedenti non hanno mostrato di influenzare la percezione di certi comportamenti.
Di contro, il genere, lo stato occupazionale, aver frequentato corsi di addestramento precoce (prima della sedicesima settimana) e il metodo applicato hanno registrato associazioni significative. In particolare:
- le donne hanno riportato problemi comportamentali del proprio cane circa il doppio delle volte rispetto agli uomini
- disoccupati, pensionati e casalinghe 1,6 di volte in più rispetto agli occupati e studenti
- proprietari di cani di stazza piccola circa il doppio delle volte (+1,9) rispetto ai proprietari di cani medi/grandi
- coloro che non frequentano corsi di addestramento 3 volte in più rispetto alla controparte
Conclusioni
Lo studio dimostra quindi quali sono i principali fattori che influiscono sulla percezione dei comportamenti dei nostri cuccioli.
L’aiuto professionale precoce sembrerebbe comunque una valida opzione per prevenire queste situazioni, migliorando il benessere sia dei cuccioli sia dei loro proprietari.