Sovrappeso e obesità sono due tra i maggiori problemi di salute per i gatti domestici dei Paesi industrializzati: molto più della metà dei gatti che vivono nelle nostre case sono ben oltre il peso che dovrebbero avere per razza, sesso ed età. Alcuni studi parlano addirittura di emergenza veterinaria, perché l’obesità nella maggior parte delle specie animali è un fattore di rischio per lo sviluppo di molteplici malattie associate, oltre a ridurre la qualità di vita e a diminuire la durata della stessa.
Un gatto è considerato in sovrappeso quando pesa il 10-20% in più del suo peso corporeo ideale, e obeso quando l’eccesso di grasso supera il 20%. I più a rischio sono i gatti maschi meticci, tra gli 8 e i 12 anni, sterilizzati, che vivono prevalentemente in appartamento. Tuttavia, anche le femmine o un gatto di razza, (per esempio siamese, persiano o certosino), corrono il pericolo di accumulare grasso in eccesso.
I rischi che comporta l’obesità nel gatto
Sottovalutare il problema e lasciarsi impietosire dal gatto, che chiede cibo con miagolii disperati, non rende un favore all’animale, anzi. L’obesità e il sovrappeso sono infatti collegati a una serie di problemi di salute nei gatti. Tra le condizioni potenzialmente aggravate dal sovrappeso vi sono l’osteoartrite, caratterizzata dall’indebolimento della cartilagine articolare (il tessuto che protegge le estremità delle ossa dallo sfregamento doloroso l’una contro l’altra), e la displasia dell’anca, una malformazione a causa della quale il femore non resta stabilmente inserito nell’articolazione dell’anca. Anche la salute cardiovascolare del gatto può essere compromessa dall’obesità, poiché il peso eccessivo comporta un carico stressante per il cuore e il sistema vascolare e può contribuire a ridurre il volume dei polmoni. L’obesità nel gatto è connessa anche a disturbi renali, come l’ipertrofia dei reni, e metabolici, in particolare l’insulino-resistenza e il diabete mellito.
Prevenire il sovrappeso e far sì che il gatto non ingrassi è senza dubbio la scelta più conveniente, ma anche far dimagrire il gatto è possibile. La dieta e l’attività fisica sono importanti per la gestione del peso e non è sufficiente semplicemente alimentare il gatto solo con specifici alimenti ipocalorici. In primo luogo è necessario rivolgersi al veterinario perché possa valutare lo stato generale del gatto e studiare un piano alimentare personalizzato e un programma globale che richiede attenzioni e cambiamenti a tutti coloro che vivono con il gatto e che lo nutrono. In altre parole, generalmente se il gatto è grasso è perché viene nutrito troppo e male.
Quando un gatto è sovrappeso od obeso?
Uno degli scogli più difficili da superare per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità nei gatti sono i loro padroni. È infatti molto diffuso un atteggiamento minimizzante rispetto ai problemi di peso.
Esistono però alcuni segni visibili e facilmente individuabili per accertarsi se il proprio gatto è sovrappeso od obeso:
• controllare le sue costole: passando entrambe le mani sul torace del gatto si riescono a sentire le sue costole oppure lo strato adiposo è spesso e impedisce di palpare le ossa?
• controllare il profilo: la silhouette del gatto presenta un evidente arrotondamento dell’addome con un cuscinetto di grasso addominale e lombare?
• osservare il gatto dall’alto: il punto vita è individuabile?
Se la risposta alle tre domande è no, il gatto ha sicuramente problemi di sovrappeso.
Oltre all’aumento di peso visibile, l’obesità si manifesta anche con una scarsa propensione ad alzarsi e muoversi, con la difficoltà a saltare o a salire le scale, con un manto peloso disordinato e non curato e con movimenti intestinali meno frequenti e maggiore passaggio di gas.
I veterinari diagnosticano l’obesità nei gatti valutando il peso in combinazione con la valutazione della distribuzione del grasso corporeo. Due gatti dello stesso peso, infatti, possono avere quantità molto diverse di grasso disposto sullo scheletro. Possono essere necessari altri accertamenti per valutare eventuali disturbi articolari, la pressione sanguigna, che potrebbe essere in relazione con una malattia cardiovascolare o la glicemia, e per escludere il diabete o altre alterazioni metaboliche.
Le cause più frequenti dell’obesità
Le cause dell’obesità nei gatti possono essere determinate da molti fattori diversi.
La tendenza a ingrassare dipende dall’età del gatto, che da adulto ha più probabilità di essere sovrappeso rispetto al cucciolo o all’anziano, dalla sterilizzazione, che può indurre un maggiore appetito, e dall’ambiente in cui vive, per la presenza di opportunità di fare esercizio e bruciare calorie.
Anche le condizioni di salute possono favorire il sovrappeso: disturbi che limitano la mobilità dell’animale, come l’artrite, possono diminuire il fabbisogno calorico giornaliero.
La causa principale, però, resta l’alimentazione somministrata dal proprietario. Una dieta a base di alimenti prevalentemente secchi tende a favorire l’aumento di peso nei gatti più di una dieta composta esclusivamente o principalmente da cibo umido, soprattutto se i croccantini sono a disposizione dell’animale giorno e notte e le quantità somministrate non sono misurate.
Gatto obeso: come farlo dimagrire
Per ottenere il dimagrimento dei gatti sovrappeso è necessario l’aiuto del veterinario e la collaborazione di tutte le persone che vivono con il gatto. Il medico, valutate le condizioni del gatto, la sua dieta quotidiana e il suo stile di vita, può calcolare il fabbisogno calorico appropriato, dare indicazioni sulla suddivisione dei pasti e consigliare diverse strategie per aiutare a contrastare la condizione di obesità, in modo che il gatto possa perdere i kg di troppo, senza rischi per la sua salute.
Quando il gatto vive in casa e non ha la possibilità di procacciarsi cibo altrove, il successo della dieta dipende fortemente dalla volontà del proprietario. Alcuni consigli sono validi per tutti. Per esempio, misurare sempre il cibo, perché le dosi consigliate dal veterinario devono essere rispettate. Si può utilizzare una bilancia da cucina, o i misurini graduati, ma non si deve andare a occhio, perché si rischia di esagerare.
Anche quando sono utilizzati abitualmente o occasionalmente come ricompensa, gli stuzzichini e gli snack devono essere concordati con il veterinario, perché sono generalmente ricchi di grassi. Possono infatti aumentare rapidamente le calorie totali somministrate e sbilanciare la dieta dal punto di vista nutrizionale. Il veterinario può suggerire dei “premi” a basso contenuto di grassi e più ricchi di fibre e incorporare gli snack nell’obiettivo delle calorie totali.
In alcuni casi il veterinario potrebbe ritenere opportuno passare da una dieta secca a una umida per raggiungere al meglio gli obiettivi nutrizionali. Si tenga presente che il cibo umido è composto per il 90% da acqua, e permette di aumentare l’assunzione di liquidi da parte del gatto e il senso di sazietà.
Va valutata caso per caso anche l’opportunità di inserire nella dieta prodotti a base per esempio di acido linoleico coniugato (CLA), che potrebbe essere utile per ridurre l’accumulo di grasso, o di carnitina, che può aiutare a contrastare problemi articolari, frequenti nei gatti obesi.
Oltre all’alimentazione, bisogna lavorare anche sul dispendio di energie. A seconda della situazione di vita del gatto e del suo stato di salute, il veterinario può dare indicazioni su come fargli fare più movimento. Per esempio, se il gatto vive solo in casa e ha poche opportunità di muoversi, ma è comunque agile e in salute, è possibile somministrargli diversi piccoli pasti durante il giorno su una superficie rialzata per incoraggiare i salti.
Si può stimolarlo all’attività anche fornendogli strutture per arrampicarsi e giochi da rincorrere. Alcuni gatti, più curiosi e coraggiosi, potrebbero apprezzare delle passeggiate all’aperto, con la pettorina e il guinzaglio.
Il dimagrimento e il mantenimento del peso giusto sono tappe di un percorso lungo, che richiede perseveranza, ed è importante non abbandonare il piano alle prime difficoltà. I gatti, da parte loro, metteranno spesso a dura prova la pazienza del proprietario, soprattutto nella fase iniziale delle cure: probabilmente protesteranno, elemosineranno il cibo, rifiuteranno i giochi e troveranno il modo di esprimere il loro malcontento. L’importante è non cedere alle loro richieste.
Referenze
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