È noto come diversi fattori ambientali siano in grado di influenzare la composizione e la funzione del microbiota intestinale.
Il cane domestico presenta caratteristiche fisiologiche, alimentari e patologiche simili a quelle dell’uomo e condivide l’ambiente domestico e lo stile di vita del suo padrone, per questo potrebbe essere utilizzato nel campo delle scienze traslazionali per identificare nuove terapie per entrambe le specie.
Una recente review esplora le tre grandi macro-aree sotto elencate (ambiente domestico, condizioni di salute e condizioni patologiche) e analizza gli studi e i dati finora pubblicati al fine di evidenziare somiglianze e differenze tra uomo e cane in termini di microbiota intestinale.
Condivisione dell’ambiente domestico
Il cane può fornire spunti preziosi come modello animale, proprio perché condivide l’ambiente domestico, la dieta e le abitudini alimentari dell’uomo, ed è quindi spesso esposto agli stessi fattori ambientali.
Alcuni studi hanno perfino indicato che i proprietari di cani affetti da malattie non trasmissibili, come il diabete, sarebbero più inclini a tali malattie rispetto a quelli che convivono con cani sani. Sarebbe quindi possibile che i fattori ambientali che interagiscono con il microbiota intestinale umano abbiano effetti simili sul microbiota intestinale dei cani da compagnia.
Microbiota intestinale del cane e dell’uomo in condizioni di salute
È stato ampiamente documentato, sia negli animali domestici che nell’uomo, che la composizione del microbiota intestinale cambia nel tempo e che mostra una significativa variabilità interindividuale.
Sebbene sia difficile confrontare i dati umani e canini a causa delle differenze metodologiche degli studi condotti, l’esame della distribuzione orizzontale del microbiota intestinale rivela interessanti somiglianze e differenze tra le due specie. Inoltre, sia negli esseri umani che nei loro cani da compagnia, la dieta è considerata un fattore chiave che influenza la struttura del microbiota intestinale e le funzioni metaboliche dell’ospite.
Le evidenze fin oggi raccolte mostrano che il microbiota intestinale si evolve per adattarsi a elevate assunzioni di fibre, carboidrati e proteine. Alcuni Autori hanno rilevato un graduale aumento dell’abbondanza relativa di taxa batterici come Prevotella e Sutterella, che scompongono i carboidrati, e un notevole calo dell’abbondanza relativa di Parabacteroides e Ruminococcaceae nei cani alimentati con diete commerciali rispetto ai cani alimentati con una dieta con carne cruda ed ossa edibili (BARF).
Questi dati rispecchiano quelli già noti per gli esseri umani, soprattutto quando vengono confrontate le diete mediterranee con quelle occidentali e a più alto contenuto di cibi trasformati.
Microbiota intestinale del cane e dell’uomo nelle malattie infiammatorie ed endocrine
Numerosi studi riportano un’associazione tra gli squilibri nell’ecosistema microbico intestinale degli animali da compagnia e dell’uomo, noto come disbiosi, con la presenza di diverse malattie infiammatorie ed endocrine, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBD), l’obesità e il diabete mellito
A differenza degli esseri umani, poco si sa sul microbiota intestinale canino nelle IBD. Tuttavia sembrerebbe che, analogamente ai pazienti umani, i cani con IBD abbiano una ridotta abbondanza e diversità microbica rispetto ai soggetti sani. Alterazioni comuni nei cani e nell’uomo sono, per esempio, una sovrabbondanza di Enterobacteriaceae e Proteobacteria e una minore presenza di Bacteroidetes e Firmicutes.
Negli ultimi anni, è stato suggerito che i cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale siano un potenziale contributo all’insorgenza di diabete mellito di tipo 2 (DM2). Alcuni Autori hanno osservato disbiosi intestinale e livelli alterati di acido biliare fecale (BA) nei cani con DM insulino-dipendente, risultati simili a quelli di soggetti con DM2.
Inoltre, batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae erano più abbondanti nei cani diabetici, mentre quelli della classe Erysipelotrichia e delle famiglie Mogibacteriaceae e Anaeroplasmataceae erano sovrarappresentati nei controlli sani.
Conclusioni
I dati indicati in questa review suggeriscono che il cane abbia il potenziale per essere un utile modello animale. Infatti, anche se conoscere e studiare la struttura filogenetica del microbiota in diversi modelli è senza dubbio un aspetto importante, è sempre più chiaro come sia fondamentale associare a queste informazioni quelle funzionali per decifrare la base del crosstalk simbiotico tra l’ospite e il suo microbiota.
Reference
Hernandez J, Rhimi S, Kriaa A, et al. Domestic Environment and Gut Microbiota: Lessons from Pet Dogs. Microorganisms. 2022;10(5):949. Published 2022 Apr 30. doi:10.3390/microorganisms10050949