Nonostante quanto ci si possa aspettare, anche il sangue ha la propria componente batterica. Lo si è visto nell’uomo e, ora, anche nei cani. Non solo.
Attiva è la comunicazione con il microbioma intestinale supportando la possibilità di seguire determinati microrganismi del torrente circolatorio come marcatori preventivi e/o di trattamento per disturbi del tratto gastrointestinale.
Lo conclude lo studio tutto italiano di Elisa Scarsella e colleghi dell’Università di Udine pubblicato su Veterinary Sciences.
Il microbiota nei diversi tessuti
L’avanzare delle tecniche di indagine genomica ha permesso di conoscere più nello ...
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