Quando parliamo di microbiota intestinale siamo portati a pensare sempre al colon e nessuno prende in considerazione l’intestino tenue e la stretta correlazione fra i due comparti intestinali.
Quest’anno diversi studiosi del Nord Europa hanno stilato una review per capire come le differenze fisiologiche e anatomiche tra l’intestino tenue e quello crasso influenzino la composizione, la funzione e la plasticità del microbiota intestinale.
La ricerca sul microbiota intestinale si è generalmente concentrata su campioni fecali, che rappresentano il contenuto luminale dell’intestino crasso. Per questo motivo, è necessario disporre di strumenti come i dispositivi con capsule ingeribili per studiare il microbiota intestinale nel tratto gastrointestinale superiore.
L’assorbimento dei nutrienti è limitato all’intestino tenue
L’abbondanza di comunità di cellule immunitarie in questo sito anatomico, combinata con una minore secrezione di muco e con giunzioni meno rigide (in parte per consentire un assorbimento più efficiente di fluidi e nutrienti), determina anche interazioni intime tra ospite e batteri, nonostante un transito più rapido. È quindi fondamentale analizzare le principali differenze ecologiche e fisiologiche tra l’intestino tenue e l’intestino crasso per sfruttare meglio l’immenso potenziale dell’imprinting del microbiota intestinale umano, compreso l’innesto di probiotici in nicchie biologiche sensibili.
Nuovi modelli di studio in vitro
Modelli accurati e rappresentativi sono fondamentali per lo studio dell’intestino e della sua interazione con l’ospite. Per questo motivo, i modelli in vivo rimangono indispensabili. In confronto, i modelli in vitro non possono simulare adeguatamente l’intero spettro delle interazioni ospite-microbo, sia all’interno che all’esterno del tratto gastrointestinale, come illustrato di seguito.
Rispetto ai modelli in vitro per il microbiota del colon umano, i modelli per il microbiota del piccolo intestino sono in una fase iniziale di sviluppo. Roussel et al. hanno sviluppato un’estensione del modello di simulatore mucosale dell’ecosistema microbico intestinale umano (M-SHIME) in cui un reattore simulante l’ileo è stato colonizzato con una sospensione proveniente dal reattore che simula il colon ascendente.
Infine, per migliorare la comprensione dei meccanismi d’azione dei probiotici in generale e nel piccolo intestino in particolare, la conoscenza del microbiota intestinale e della sua attività deve essere estesa oltre il colon, includendo anche le parti superiori del tratto gastrointestinale.
Reference
Jensen et al., Small intestine vs. colon ecology and physiology: Why it matters in probiotic administration, Cell Reports Medicine (2023), https://doi.org/10.1016/j.xcrm.2023.101190