Dalla deforestazione al sovrasfruttamento degli oceani e all’impiego di cibi geneticamente modificati, la produzione degli alimenti per uso animale comporta un impatto ambientale non trascurabile.
Anche per questo, sempre più spesso, gli insetti vengono presi in considerazione come una fonte alimentare alternativa per varie specie animali. In effetti, nell’ultimo decennio questa ipotesi ha trovato ampio spazio, con particolare rilievo per l’impiego di insetti come la mosca Hermetia illucens e la tarma della farina Tenebrio molitor, per la loro convenienza dal punto di vista economico.
Si tratta peraltro di una tendenza che va inquadrata anche alla luce del recente sviluppo del mercato di alimenti derivati dalla biomassa degli insetti non solo in Asia e in Nordamerica, ma anche in Europa dove è stato a lungo sottovalutato.
In una review della letteratura pubblicata sulla rivista Animal Nutrition, un team di autori polacchi ha analizzato in modo dettagliato le opportunità e i limiti che caratterizzano il tema, in riferimento sia agli animali da allevamento sia a quelli da compagnia.
Gli attuali limiti da superare
Sottolineato che attualmente l’Unione europea vieta l’uso di letame, liquami, rifiuti della macellazione e della ristorazione per allevare insetti come l’H. illucens, la T. molitor, la mosca comune, il coleottero Alphitobius diaperinus, il grillo domestico, il grillo sigillatus e il grillo silente, la review di Animal Nutrition analizza i possibili limiti nutrizionali della lavorazione degli insetti, le loro proprietà nutrizionali negli allevamenti di pollame e di suini, come nel campo dell’acquacoltura, ma anche il loro utilizzo nelle diete ipoallergeniche degli animali da compagnia e il loro possibile ruolo nel petfood.
Il lavoro, inoltre, mette anche in evidenza quali sono i principali fattori che oggi non consentono di disporre di prodotti standardizzati secondo gli effettivi valori nutrizionali, come per esempio la definizione dei requisiti dei nutrienti per gli invertebrati e le tecniche di lavorazione delle biomasse, che possono incidere negativamente sull’efficienza degli insetti come alimento.
I punti fermi per le prossime ricerche
Come sottolineano gli autori della review, l’ulteriore ampliamento dell’impiego degli invertebrati come fonte di alimentazione animale è limitato anche dalla mancanza di tecnologie di produzione apposite e dalla carenza di soluzioni sistemiche per la distribuzione e la raccolta dei rifiuti alimentari, che potrebbero rappresentare una fonte per disporre di quantità adeguate di biomasse.
Oggi, quindi, gli alimenti derivati dagli insetti si possono considerare solo come cibo funzionale aggiuntivo, che diventa sostitutivo di quello tradizionale soltanto nel caso delle diete ipoallergeniche degli animali da compagnia.
In pratica, al netto delle attuali lacune – come le carenze di infrastrutture dedicate e di requisiti univoci di qualità – la review polacca mette quindi in evidenza una serie di punti fermi dai quali devono prendere le mosse gli ulteriori approfondimenti sulla possibilità di utilizzare su vasta scala gli insetti come fonte alimentare per gli animali: quella che al momento appare come una tendenza, infatti, in un futuro che non è poi così lontano potrebbe trasformarsi nella necessità di sfruttare una risorsa che, almeno in teoria, potrebbe essere più sostenibile di quelle utilizzate attualmente.
Reference
Kierończyk B, Rawski M, Mikołajczak Z, Homska N, Jankowski J, Ognik K, Józefiak A, Mazurkiewicz J, Józefiak D. Available for millions of years but discovered through the last decade: Insects as a source of nutrients and energy in animal diets. Anim Nutr Vol. 11,2022,60-79. doi.org/10.1016/j.aninu.2022.06.015