NUTRIZIONE

Gli effetti del petfood Human Grade nel cane

Uno studio dell’Università dell’Illinois, pubblicato sul Journal of Animal Science, ha approfondito le caratteristiche di questo genere di alimenti in termini di digeribilità, caratteristiche delle feci, metaboliti, valori ematochimici e composizione del microbiota

Pubblicato il
, diSilvano Marini

Nell’ambito del petfood, la definizione Human Grade (HG) indica che per la produzione di quell’alimento sono stati utilizzati ingredienti in origine destinati all’uso umano

Si tratta dunque di una sorta di attestato di qualità, in quanto questo genere di prodotti risponde a standard più elevati e – almeno in teoria – non prevede il ricorso a sostanze di scarto. 

In questo caso sono infatti in gioco maggiori controlli e dati di tracciabilità, valori nutrizionali minimi da rispettare, modalità di conservazione più accurate e così via, fino al rispetto delle normative ambientali da parte dell’azienda produttrice. 

Di petfood HGe si parla sempre più spesso, anche perchè oggi l’animale da compagnia viene ormai considerato come un membro aggiunto della famiglia, al quale dedicare la giusta attenzione anche dal punto di vista alimentare. 

I requisiti minimi degli alimenti da destinare al consumo umano sono stabiliti dalle leggi in materia vigenti nelle diverse realtà nazionali e questo vale indirettamente anche per il petfood HG, ma ad approfondire gli effetti di questi alimenti nel cane – in termini di digeribilità, caratteristiche delle feci, metaboliti, valori ematochimici e microbiota – è stato uno studio condotto all’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, pubblicato sul Journal of Animal Science.

Le differenze in digeribilità e assetto del microbiota

Per la valutazione, lo studio statunitense ha sottoposto 12 cani – età media 5,5 anni, peso medio 11,6 kg – a quattro diversi alimenti commerciali per 28 giorni, con un intervallo di sei giorni tra un regime dietetico e l’altro. I prodotti erano: estruso di pollo e riso integrale, bocconcini freschi di pollo arrosto, manzo e patate rosse HG, pollo e riso bianco HG. 

Venendo ai risultati, premesso che gli animali alimentati con il regime estruso hanno richiesto un intake giornaliero di sostanza secca più elevato per mantenere il peso corporeo, la digeribilità della sostanza secca, della sostanza organica, della componente energetica e dei grassi è risultata più elevata nel petfood HG rispetto al cibo fresco (P < 0,05), che a sua volta presentava una digeribilità più elevata rispetto al cibo estruso (P < 0,05). La digeribilità delle proteine grezze è risultata minore per la dieta estrusa rispetto alle altre tre diete (P < 0,05). 

Per contro, le quantità di feci sono risultate superiori con la dieta estrusa (1,5–1,7 volte maggiori rispetto al cibo fresco e 2,0–2,9 volte rispetto al cibo HG), ma senza differenze nel pH e nei metaboliti fecali. I metaboliti sierici e i parametri ematochimici non sono stati influenzati in modo significativo, ma a livello del microbiota, la dieta a base di manzo HG ha comportato una maggiore abbondanza relativa di Bacteroidetes e una riduzione di Firmicutes rispetto alla dieta fresca e al pollo HG. Actinobacteria, Fusobacteria, Proteobacteria e Spirochaetes sono rimasti immutati, ma la dieta ha modificato l’abbondanza relativa di quasi venti generi batterici. 

Una ragione in più per consultare le etichette degli alimenti

Come emerso in valutazioni precedenti, lo studio dell’Università dell’Illinois mostra dunque che il microbiota fecale dei cani alimentati con petfood Human Grade o con alimenti freschi presenta una composizione molto diversa da quello dei cani sottoposti a una dieta estrusa, probabilmente per via delle differenze in termini di ingredienti, fattori nutrizionali e lavorazione. 

Nello specifico, oltre a modificare l’assetto del microbiota, i cibi HG appaiono più digeribili, sembrano ridurre in modo significativo le emissioni fecali ma senza modificare le caratteristiche delle feci e i valori ematochimici nel cane. 

Se, come suggeriscono gli autori, spetta a ulteriori approfondimenti il compito di mostrare in che modo i cambiamenti determinati dagli alimenti HG sul microbiota intestinale possano influenzare la salute dell’animale, i dati dello studio statunitense rappresentano una ragione in più per consigliare ai proprietari di consultare sempre con attenzione l’etichetta degli alimenti da proporre al proprio amico a quattro zampe.

Fonte

Sungho Do, Thunyaporn Phungviwatnikul, Maria R C de Godoy, Kelly S Swanson, Nutrient digestibility and fecal characteristics, microbiota, and metabolites in dogs fed human-grade foods, Journal of Animal Science, Volume 99, Issue 2, February 2021, skab028, https://doi.org/10.1093/jas/skab028

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