Gatti obesi: il “denial” dei proprietari mette a rischio la loro salute

Su Veterinary Sciences un’indagine trasversale della Tufts University: esiste una sostanziale mancanza di consapevolezza da parte di chi possiede un gatto obeso. Indicazioni pratiche per il veterinario.

Pubblicato il
, diSilvano Marini

In continuo aumento tra gli animali da compagnia, l’obesità rappresenta un problema crescente con complicanze potenzialmente gravi. 

Ma se le conseguenze sulla salute sono state adeguatamente approfondite, mancano dati sugli effetti che i chili in eccesso comportano sulla qualità di vita dell’animale, in particolare quando non sono presenti eventuali comorbilità. 

È appunto partendo da questa lacuna che alla Cummings School of Veterinary Medicine della Tufts University statunitense è stata condotta un’indagine trasversale pubblicata sulla rivista Veterinary Sciences

Il report, in particolare, ha scelto di valutare la qualità di vita dei gatti obesi e la percezione dell’obesità del proprio animale tra i proprietari.

La tendenza a non vedere i rischi per la salute

Lo studio ha coinvolto 13 proprietari di gatti obesi e 20 proprietari di gatti normopeso senza concomitanti comorbilità, che hanno compilato un apposito questionario riguardante la qualità di vita del proprio animale da compagnia e che hanno risposto ad alcune domande sulle possibili cause dell’obesità, sulle conseguenze in termini di salute e sugli interventi da mettere in pratica per eliminare l’eccesso ponderale. 

I risultati sono stati piuttosto sorprendenti. Per quanto in misura statisticamente non significativa e nel contesto di un’ampia variabilità dei dati, la qualità di vita dei gatti obesi appare penalizzata, ma meno di quanto fosse prevedibile e soltanto il 77% dei loro proprietari si dichiara consapevole dei rischi per la salute che comporta l’obesità, contro il 100% dei proprietari di gatti normopeso. Inoltre, solo il 30% ritiene che il proprietario sia la causa dei chili in eccesso del proprio animale, contro il 55% di chi possiede un gatto che non presenta sovrappeso. Di positivo c’è che il 97% dei partecipanti ritiene che il veterinario interpreti un ruolo importante negli eventuali interventi di riduzione del peso.

Mai stancarsi di sottolineare le conseguenze dei chili di troppo

Come sottolineano gli autori del report, la valutazione della qualità di vita appare particolarmente articolata e complessa ed è possibile che l’impatto dell’obesità sulla qualità di vita del gatto sia variabile da caso a caso e quindi sia meno condizionante di quanto emerso dagli studi condotti sul cane. A proposito dei pericoli che comportano i chili in eccesso, sebbene l’85% dei proprietari di gatti obesi si dichiari disposto a sottoporre il proprio animale a un trattamento per perdere peso, solo il 47% lo ha già fatto in precedenza, confermando che alcuni indicatori della qualità di vita vengono troppo spesso trascurati. 

Sempre secondo gli autori, anche il dato più promettente sul ruolo che il veterinario deve interpretare nel ripristino di un assetto ponderale normale non è da considerare in modo particolarmente positivo, in quanto evidenzia un gap comunicativo con i proprietari su aspetti come la nutrizione più appropriata per il gatto, la gestione del peso e dell’obesità

Quasi tutti i partecipanti dichiarano infatti che di fronte a problemi di salute e a cadute evidenti della qualità di vita non esiterebbero a sottoporre il proprio gatto a un programma dimagrante. 

Il veterinario, dunque, non deve stancarsi di ricordare a chi possiede un gatto obeso quali sono le possibili conseguenze dei chili in eccesso, magari utilizzando appositi questionari di valutazione per rafforzare la necessità di prendere provvedimenti. 

Dallo studio, tra l’altro, emergono anche alcune indicazioni sulle preferenze che i proprietari attribuiscono al tipo di approccio dimagrante: non c’è da stupirsi che nella stragrande maggioranza dei casi (93%) si tratti di programmi basati su regimi dietetici ed esercizio fisico, mentre non sono graditi nè i trattamenti a base di farmaci e supplementi dietetici, nè la partecipazione a gruppi di supporto o gli interventi di chirurgia bariatrica veterinaria. 

Salvo il caso di specifiche e irrinunciabili indicazioni in questo senso, dunque, meglio tenerne conto. 

Reference

Hanford R, Linder DE. Impact of Obesity on Quality of Life and Owner’s Perception of Weight Loss Programs in Cats. Vet Sci. 2021;8(2):32. Published 2021 Feb 20. doi:10.3390/vetsci8020032

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