Per la sua elevata morbilità, l’insufficienza renale cronica rappresenta per il gatto una minaccia non indifferente che – una volta diagnosticata la nefropatia – impone grande attenzione alla composizione della dieta nell’intento di rallentare il declino della funzione renale e la perdita di massa magra. Nell’evoluzione della malattia, un ruolo da non sottovalutare viene anche interpretato dall’asse intestino-rene: se l’eccesso di proteine che giunge fino al colon determina la proliferazione dei batteri proteolitici a scapito dei batteri saccarolitici, una parte delle tossine uremiche che tipicamente si accumulano negli stadi più avanzati dell’insufficienza renale ha infatti origine nel microbiota intestinale e qualsiasi intervento consenta di ristabilire l’equilibrio fisiologico della flora batterica a questo livello consente di ritardare la progressione del danno renale.
In assoluto, nonostante il gatto domestico sia a tutti gli effetti da considerare un carnivoro obbligato, si ritiene che la fermentazione a livello dell’intestino caudale di fibre assunte con la dieta contribuisca alla salute dell’animale; è già stato dimostrato che l’appropriato arricchimento della dieta con l’aminoacido betaina (dalla barbabietola da zucchero) e prebiotici (che favoriscono la crescita dei batteri saccarolitici) consente di aumentare la massa magra nel gatto.
Gli effetti delle fibre dietetiche in presenza di nefropatia, però, non sono mai stati adeguatamente approfonditi, così come non è mai stata studiata la tipologia delle fibre più efficaci da aggiungere alla dieta. Per questo, un team statunitense ha condotto uno studio clinico che ha valutato gli effetti sul metaboloma fecale dell’aggiunta alla dieta di betaina e betaglucani dell’avena più frutto-oligosaccaridi oppure polpa di mela.
L’impatto di fibre e prebiotici a livello del metaboloma
Pubblicato sulla rivista Metabolites, lo studio è stato impostato secondo uno schema in cross-over e ha coinvolto 10 animali sani e 10 con insufficienza renale (stadi IRIS 1, 2 e 3) che, dopo aver assunto per 14 giorni una dieta secca appropriata alla gestione della nefropatia, sono stati assegnati random ai due diversi regimi arricchiti con fibre, della durata di quattro settimane ognuno. Le concentrazioni dei metaboliti fecali sono state valutate all’inizio del trial e al termine di ognuno dei periodi di quattro settimane di dieta incrociata.
All’inizio dello studio, l’impatto dell’insufficienza renale sul metaboloma non appariva particolarmente elevato (soltanto 33 metaboliti apparivano differenti tra i gatti sani e quelli nefropatici: 15 erano aumentati e 18 ridotti negli animali malati). Dopo la dieta con entrambe le fibre le concentrazioni dei metaboliti sono decisamente cambiate: molte tossine uremiche si sono ridotte nei gatti malati e alcune sono aumentate nei gatti che hanno assunto polpa di mela; i cambiamenti a livello degli acidi biliari secondari sono stati più numerosi nei gatti sani ed entrambi i gruppi hanno mostrato aumenti più significativi in alcuni acidi biliari secondari dopo l’assunzione di polpa di mela.
Nel loro complesso, i cambiamenti riflettono un evidente rimodellamento del metaboloma in seguito alla presenza di fibre specifiche nella dieta, anche se gli aggiustamenti non sembrano necessariamente legati alla presenza di nefropatia.
Una scelta promettente che richiede ulteriori approfondimenti
Per quanto non abbiano pienamente rispettato le attese, i dettagli delle valutazioni dei metaboliti – puntualmente riportati nella pubblicazione – attestano che aggiungere fibre e prebiotici specifici alla dieta del gatto affetto da insufficienza renale può rappresentare una strategia efficace per rallentare la progressione della malattia ma, come tengono a sottolineare gli stessi autori, si tratta di un filone di studi che richiede ulteriori approfondimenti e sul quale resta ancora molto da imparare.
Reference
Reference: Hall JA, Jewell DE, Ephraim E. Changes in the Fecal Metabolome Are Associated with Feeding Fiber Not Health Status in Cats with Chronic Kidney Disease. Metabolites. 2020;10(7):281. Published 2020 Jul 9. doi:10.3390/metabo10070281