La valutazione dello stato vitaminico e un’adeguata integrazione di Vitamina B12 dovrebbero sempre essere considerati nei gatti affetti da alcune patologie: questo quanto recentemente affermato da un gruppo italiano di ricercatori dell’università di Napoli.
La cobalamina
La cobalamina, ovvero la parte attiva della vitamina B12, è una molecola idrosolubile, che svolge un ruolo vitale nel metabolismo delle cellule, contribuendo in particolare alla sintesi del DNA, alla metilazione e al metabolismo mitocondriale.
Per essere assorbita, la cobalamina è legata a una proteina chiamata fattore intrinseco e il processo di assorbimento avviene nel tratto ileale. Nei gatti, la vitamina B12 non viene sintetizzata ad eccezione di una piccola quantità che viene prodotta dalla flora intestinale.
Nonostante l’importanza cruciale della cobalamina, attualmente non ci sono studi che stabiliscano i requisiti minimi di vitamina B12 per i gatti svezzati, i gatti adulti o le gatte in allattamento.
In medicina veterinaria, infatti, le informazioni sul metabolismo, i requisiti e la terapia della cobalamina sembrano essere scarse e/o incomplete.
A fare luce sulle attuali conoscenze nei gatti riguardo la vitamina B12, incluse raccomandazioni dietetiche e valutazione dello stato vitaminico, in particolare in relazione alle malattie, è stata una recente review pubblicata su Animals.
Ipocobalaminemia
Diverse malattie dell’apparato gastrointestinale, del pancreas e del fegato sono associate all’ipocobalaminemia nei gatti.
Malattia infiammatoria intestinale (IBD), linfoma alimentare, pancreatite, colangite/colangioepatite e l’insufficienza pancreatica esocrina (IPE) sono le malattie più comuni associate a carenza di vitamina B12. In particolare, l’IPE può portare ad ipocobalaminemia, mentre il linfoma alimentare e l’infiammazione intestinale cronica al ridotto assorbimento dei nutrienti.
Bisogna tener presente che i gatti anziani con problemi intestinali, pancreatici, affetti da malattia epatobiliare o in stato anoressico sono a maggior rischio di carenza di cobalamina, poiché la concentrazione sierica di questa vitamina diminuisce fisiologicamente con l’età. I segni clinici strettamente correlati alla carenza di cobalamina non sono stati ben caratterizzati perché l’ipocobalaminemia è spesso associata ad altre patologie come anoressia, vomito, diarrea, disturbi della crescita.
Ipercobalaminemia
L’aumento dei livelli sierici di cobalamina può indicare la presenza di una malattia epatica o di una malattia neoplastica.
Nei gatti, le neoplasie più comuni associate all’ipercobalaminemia sono il linfoma, il carcinoma pancreatico, il cistoadenoma biliare e i tumori splenici metastatici. Tuttavia, le ragioni alla base della correlazione tra ipercobalaminemia e condizioni neoplastiche nei gatti non sono ancora del tutto comprese.
Uno studio condotto da Sisel et al. nel 2015 ha dimostrato che l’espressione della transcobalamina II e dei suoi recettori sulla superficie cellulare era significativamente più elevata nei tessuti tumorali rispetto ai tessuti normali adiacenti, sia nei cani che nei gatti. Anche se meno comune, l’ipercobalaminemia nei gatti è stata osservata anche in casi di enteropatia cronica, enteropatia acuta, pancreatite cronica, colangioepatite, linfoma gastrico e ipertiroidismo.
È importante notare che l’ipercobalaminemia può essere riscontrata anche nei gatti che hanno recentemente ricevuto un’integrazione di cobalamina come parte del loro trattamento medico. Pertanto, è essenziale valutare attentamente il quadro clinico completo del gatto e condurre ulteriori indagini diagnostiche per determinare la causa sottostante dell’ipercobalaminemia e il corretto approccio terapeutico.
Fabbisogni nutrizionali raccomandati
I fabbisogni nutrizionali consigliati per la cobalamina sono stati stabiliti attraverso studi condotti su gatti in fase di crescita. Pertanto, è necessario condurre ulteriori studi per confermare se tali fabbisogni nutrizionali siano adeguati anche per gatti adulti, in gravidanza o in allattamento.
Le linee guida della Federazione Europea dell’Industria del Pet Food (FEDIAF) raccomandano un’assunzione dietetica di 4,5 microgrammi di cobalamina per 1.000 calorie metabolizzabili per gatti riproduttori e 4,4 microgrammi per 1.000 calorie metabolizzabili per gatti adulti.
I biomarcatori diagnostici per valutare lo stato di B12 nei gatti includono livelli ridotti di cobalamina totale circolante e livelli aumentati di acido metilmalonico. L’intervallo di riferimento per le concentrazioni sieriche di cobalamina nei gatti è di 290-1.500 ng/l, mentre per la concentrazione sierica di acido metilmalonico è di 139-897 nmol/l.
L’assunzione di vitamina B12 è essenzialmente garantita attraverso prodotti di origine animale, come la carne, che costituiscono una parte significativa della dieta carnivora obbligatoria dei gatti. Ciò rende improbabile che i gatti sani e ben nutriti soffrano di carenze di questa vitamina. Tuttavia, la vitamina B12 è termolabile e può essere inattivata durante la cottura, a seconda della temperatura e del tipo di cibo. Di conseguenza, le diete casalinghe dovrebbero essere integrate con vitamina B12.
Flora batterica intestinale, biodisponibilità della cobalamina ed evoluzioni delle fonti alimentari
Gli sviluppi recenti nella comprensione del microbiota intestinale aprono nuove possibilità terapeutiche e orizzonti di ricerca.
Alcuni Autori ritengono che sarebbe interessante esplorare le relazioni tra le modifiche della flora batterica intestinale, la biodisponibilità della cobalamina e lo sviluppo di malattie croniche nei gatti.
Inoltre, mentre storicamente la fonte principale di cobalamina negli alimenti per animali domestici è stata colmata dall’uso di prodotti di origine animale, oggi la cobalamina è disponibile in forma sintetica prodotta, cioè, attraverso la fermentazione microbica.
Reference
Reference: Siani G, Mercaldo B, Alterisio MC, Di Loria A. Vitamin B12 in Cats: Nutrition, Metabolism, and Disease. Animals. 2023; 13(9):1474. https://doi.org/10.3390/ani13091474