MICROBIOTA INTESTINALE

Retriever: ecco come cambia il microbiota intestinale a seconda della forma fisica

Uno studio ha confrontato la composizione e le variazioni nel tempo del microbiota intestinale tra cani sani, magri e in sovrappeso, appartenenti alla razza dei Labrador retriever.

Pubblicato il
, diAndrea Torrisi

Il benessere e la longevità dei cani da compagnia sono oggi tra le preoccupazioni principali per i proprietari di cani, dato che, in particolare nella società odierna, questi animali sono spesso considerati membri effettivi della famiglia. 

Sovrappeso e obesità rappresentano delle condizioni che possono inficiare la loro salute poiché l’eccesso di adiposità può provocare malattie croniche potenzialmente pericolose per la longevità e la qualità di vita. 

A livello globale, la prevalenza del sovrappeso nei cani si attesta intorno al 30-40%, ma sembra che questi dati siano destinati ad aumentare. La causa di questo fenomeno si pensa risieda nello stile di vita sedentario che spesso è condiviso tra cani e proprietari; questo andamento segue, quindi, la tendenza in aumento della condizione di sovrappeso e obesità nell’uomo.

Dieta e microbiota

La gestione nutrizionale è importante per mantenere i cani in condizioni di salute ottimale e la dieta influisce non solo sul peso corporeo, ma anche sulla composizione del microbiota intestinale.

La relazione tra alterazioni del microbiota intestinale e sovrappeso negli esseri umani è stata ben stabilita; tale correlazione, finora, è stata invece poco studiata nei cani

Negli esseri umani con condizione di obesità è stata dimostrata, a livello intestinale, una dominanza del phylum Firmicutes rispetto al phylum Bacteroidetes, e dato che il microbiota intestinale umano e quello canino presentano somiglianze, tale cambiamento di proporzione potrebbe essere rilevante anche per i cani. 

Le proporzioni relative di questi phyla, comunemente descritte come rapporto Firmicutes/Bacteroidetes (F/B), risultano essere importanti per la raccolta di energia dalla dieta.

Un elevato rapporto F/B è una caratteristica associata al microbiota intestinale di esseri umani in sovrappeso, ad oggi però solo pochi studi effettuati sui cani in sovrappeso hanno riportato questo stesso dato. 

Così cambia il profilo microbico 

Data la scarsa quantità di studi sulle differenze relative al microbiota intestinale in cani con diversa forma fisica, lo studio di Söder et al. ha avuto l’obiettivo di confrontare la composizione e le variazioni temporali del microbiota dell’intestino in cani Labrador retriever sani, magri e in sovrappeso, mediante l’analisi di campioni fecali.

Gli Autori hanno condotto un’analisi basata su 3 campioni di feci, raccolti in un periodo di 10 giorni, appartenenti a ognuno dei 27 cani Labrador retriever sani inclusi nello studio. Tra questi, 12 sono stati classificati come magri (BCS, body condition score, 4-5 su una scala di 9 livelli) e 15 come sovrappeso (BCS 6-8).

Dai risultati dello studio è emerso che, secondo diverse analisi statistiche (PCoA, ANOSIM, IndVal), utilizzando il parametro OTU (Operational Taxonomic Unit), non vi erano differenze significative tra cani magri e cani in sovrappeso, in termini di taxa microbici intestinali, a livello di phylum, famiglia o genere.

La stabilità a breve termine del microbiota intestinale, valutata in base all’indice di somiglianza, non differiva tra cani magri e in sovrappeso nel periodo di 10 giorni analizzato.

Il rapporto F/B era di 3,1±3,7 nei cani in sovrappeso e di 2,1±1,2 nei cani magri. Nello studio il gruppo di cani in sovrappeso, dunque, presentava un rapporto F/B medio più alto rispetto al gruppo di cani magri. 

Ciò sembra ricalcare i dati che sono noti in letteratura nell’uomo, dove è stato dimostrato che negli individui in sovrappeso la composizione del microbiota intestinale si sposta verso una maggiore abbondanza relativa di Firmicutes, con rapporto F/B più alto. 

Al momento, nei cani, non è chiaro in che misura il rapporto F/B sia connesso all’aumento di peso. Vi sono invece delle evidenze che sembrano correlare tale rapporto all’alimentazione: alcuni studi indicano che le proporzioni di fibre e grassi nella dieta potrebbero influenzare il rapporto F/B nel microbiota intestinale canino.

Altri dati dello studio di Söder hanno evidenziato che i singoli cani, indipendentemente dalla condizione corporea (in forma o in sovrappeso), presentavano variazioni nella diversità alfa e nell’indice di somiglianza, relative alle specie presenti nel microbiota intestinale.

Conclusioni 

Lo studio di Söder et al. ha evidenziato come tra cani in salute magri e in sovrappeso, appartenenti alla razza Labrador retriever, non vi siano differenze di composizione, diversità microbica e stabilità a breve termine (10 giorni) a livello di microbiota intestinale. 

Studi futuri che includano un numero maggiore di individui, un delta di BCS più ampio e un periodo di studio più lungo, potrebbero fornire ulteriori dati e informazioni ancora più dettagliate. Inoltre, l’utilizzo di tecniche di metabolomica e metagenomicapotrebbero essere contemplate in ricerche future, al fine di studiare i geni microbici e/o i loro prodotti finali che possono differire anche quando le analisi di composizione del microbiota intestinale non rilevano differenze significative tra cani con diverso BCS.

Reference

Söder J, Wernersson S, Höglund K, Hagman R, Lindåse S, Dicksved J. Composition and short-term stability of gut microbiota in lean and spontaneously overweight healthy Labrador retriever dogs. Acta Vet Scand. 2022 Mar 28;64(1):8. doi: 10.1186/s13028-022-00628-z.

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