MICROBIOTA INTESTINALE DISTURBI GASTRICI

Probiotici nel mondo veterinario: stato dell’arte e applicazioni cliniche

Una review di recente pubblicazione ha valutato l'impiego dei probiotici in medicina veterinaria, delineando i limiti attuali della ricerca ed i potenziali spunti per ulteriori studi.

Pubblicato il
, diCarlotta Zimbone

Il ruolo del microbioma gastrointestinale e dei probiotici in medicina veterinaria 

L’insieme dei microrganismi residenti nel tratto gastrointestinale (GI) e delle loro interazioni costituisce il microbioma gastrointestinale; questo è un sistema complesso che influenza la motilità, la permeabilità e l’assorbimento dei nutrienti, contribuendo al mantenimento della salute dell’ospite

Nei cani e nei gatti adulti, il microbioma normale comprende diversi phyla, tra cui Actinobacteria, Bacteroides, Bifidobacteria, Firmicutes, Fusobacteria e Proteobacteria, che presentano variabilità primariamente a livello di genere o specie. Attualmente, l’importanza di questa variabilità e la sua correlazione con la salute del GI sono ancora poco comprese; nonostante ciò, le evidenze suggeriscono che le alterazioni nella composizione del microbioma normale possono contribuire allo sviluppo e/o al peggioramento di enteropatie croniche, influenzando la salute locale e sistemica dell’individuo.

I probiotici sono microrganismi che, se presenti nelle giuste quantità, possono fornire benefici all’ospite; i probiotici, infatti, competono con i patogeni per la colonizzazione dell’organismo, producono sostanze ad azione antimicrobica, modulano le risposte immunitarie innate ed enteriche, favoriscono la funzionalità della barriera mucosa del GI, e l’aumento dell’assorbimento dei nutrienti in questa sede. Tuttavia, è importante sottolineare che anche minime variazioni in questi microrganismi possono influenzare l’efficacia del trattamento probiotico e, quindi, l’ottenimento dei benefici attesi dalla loro assunzione. Data la rilevanza dei probiotici nell’ambito veterinario risulta necessario impegnare la ricerca in ulteriori approfondimenti su questo tema. 

Una review, recentemente pubblicata su Journal of the American Veterinary Medical Association, ha raccolto le evidenze riguardanti l’utilizzo di probiotici in cani e gatti di diverse fasce di età e affetti da differenti disturbi, al fine di delineare dei possibili target su cui focalizzare la ricerca futura.

Gli effetti dei probiotici nei cani e gatti con patologie GI e nei cuccioli

I benefici dell’assunzione di probiotici in individui in salute possono essere innumerevoli; inoltre, non vi sono studi che dimostrano effetti negativi della somministrazione dei probiotici negli animali. Questo aspetto suggerisce la relativa sicurezza del trattamento probiotico, e pone le basi per ulteriori ricerche in merito a tali terapie. 

Per quanto concerne la somministrazione di trattamenti con probiotici negli animali affetti da malattie gastrointestinali acute, le evidenze risultano ancora limitate. Gli studi condotti su cani e gatti con diarrea acuta offrono, complessivamente, poche informazioni sull’efficacia dei probiotici; tuttavia, forniscono evidenze significative nell’utilità di tali microrganismi nel prevenire la diarrea indotta dallo stress e, quindi, da fattori come la permanenza in rifugi o canili, l’eccessivo esercizio fisico o l’uso di antimicrobici. Al contrario, mancano dati sull’utilizzo di probiotici in cani e gatti con diarrea acuta non correlata a stress

Nel caso di malattie acute e croniche a livello del GI, in vari studi su questo argomento i processi patologici sottostanti erano sconosciuti, e tale limitazione ha impedito l’individuazione di obiettivi terapeutici specifici e l’uso di marcatori di valutazione diretti. Inoltre, poiché la maggior parte degli studi su animali domestici malati si concentravano  primariamente sulla risoluzione dei segni clinici, sono presenti pochi dati sul microbioma gastrointestinale di base e su come questo cambi a seguito dell’assunzione di probiotici. Complessivamente, le informazioni sul trattamento probiotico negli animali con malattie del GI richiedono ulteriori approfondimenti. 

Anche gli studi condotti sui cuccioli presentano limitazioni simili a quelle precedentemente esposte. Tuttavia, sono state evidenziate  differenze significative nella risposta ai probiotici in cuccioli di specie diverse, il che indica come  i risultati ottenuti in una determinata specie non possano essere automaticamente estesi a un’altra. Infine, gli Autori evidenziano come i probiotici possano avere effetti diversi negli animali giovani rispetto agli adulti, poiché il microbioma del GI si modifica durante la crescita.

Gli effetti dei probiotici in cani e gatti con patologie non gastrointestinali

I potenziali effetti della somministrazione dei probiotici sul sistema immunitario e sull’infiammazione sistemica hanno indotto diversi studi a valutarne l’impiego in diverse patologie al di fuori di quelle del GI, quali:

  • dermatite atopica;
  • infezioni del tratto urogenitale;
  • patologie del tratto respiratorio.

Complessivamente, gli Autori della review riportano che, le informazioni relative all’uso dei probiotici in queste patologie sono circoscritte a pochi studi, condotti su un ridotto numero di animali; inoltre, in tali lavori, la valutazione del microbioma risultava limitata, impedendo, quindi, una comprensione completa dell’interazione tra il sistema gastroenterico  e i distretti dell’organismo interessati dalla condizione morbosa.

Conclusioni e prospettive future 

Attualmente, alcune evidenze supportano l’efficacia dei probiotici nel trattamento di patologie relative al GI, in particolare nel caso della diarrea acuta da stress; inoltre, gli studi valutati non hanno evidenziato effetti avversi dovuti alla somministrazione dei microrganismi. 
Gli Autori sottolineano la necessità di condurre studi che presentino una chiara definizione delle malattie esaminate, una standardizzazione delle popolazioni reclutate e l’inclusione di controlli in salute e di un placebo, nell’ambito dello stesso studio, in modo da favorire una valutazione diretta degli effetti dei probiotici su una determinata popolazione. In questo modo, sarà possibile definire in maniera più chiara i meccanismi di risposta del microbioma e dell’ospite alla somministrazione dei trattamenti probiotici, nonché i loro effetti sui disturbi circoscritti o esterni all’apparato gastrointestinale.

Reference

Jugan MC, Rudinsky AJ, Parker VJ, Gilor C. Use of probiotics in small animal veterinary medicine. J Am Vet Med Assoc. 2017 Mar 1;250(5):519-528. doi: 10.2460/javma.250.5.519.

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