Per chi ha un gatto non è insolito vederlo vomitare, anche se è in perfetta salute. Tuttavia, per quanto sia comune, è sbagliato pensare che si tratti di una situazione fisiologica: il vomito nel gatto, infatti, non va considerato, in generale, un comportamento normale.
Questo non significa che ci si debba preoccupare ogni volta che succede, ma se il gatto vomita spesso, più di una volta a settimana, o comunque se gli episodi sono frequenti in un periodo di tempo limitato, è opportuno rivolgersi al veterinario per ricercarne le cause ed eventualmente impostare, se necessario, un trattamento adeguato.
Come si manifesta il vomito nel gatto?
Spesso, prima di vomitare, il gatto può dare alcuni segnali caratteristici: potrebbe produrre continuamente saliva, deglutire in continuazione, mostrare una particolare irrequietezza; a questa fase segue la comparsa di conati, cioè intense contrazioni dei muscoli addominali, gastrici e del diaframma che favoriscono la risalita del contenuto dello stomaco lungo il tratto digestivo, fino all’espulsione.
Talvolta il vomito può essere scambiato per tosse. In quest’ultimo caso, però, il gatto espelle una schiuma bianca (bava) che spesso inghiottisce nuovamente subito dopo.
Inoltre, il vomito non deve essere confuso con il rigurgito, che non è accompagnato da produzione di saliva e conati e si manifesta sempre dopo mangiato o subito dopo che il gatto ha bevuto.
Perché i gatti vomitano?
Le possibili cause del vomito nel gatto sono varie e non è sempre facile individuarle, dal momento che si tratta di una manifestazione che può essere associata a molte condizioni o malattie.
Spesso il gatto vomita subito dopo mangiato: questo può accadere perché ha assunto troppo cibo o perché ha consumato il pasto troppo rapidamente. In questo caso, per reazione, il gatto rigurgita cibo intero non digerito.
Anche il rigurgito di una palla di pelo, cioè un grumo di pelo intriso di bile e di succhi gastrici, è spesso causa di vomito. Ogni volta che il gatto effettua la pulizia, alcuni batuffoli di pelo possono rimanere nell’esofago o nello stomaco senza essere digeriti: poiché l’operazione viene ripetuta tutti i giorni, anche più volte al giorno, il pelo si può accumulare, formando boli che, se passano nell’intestino possono creare problemi anche gravi, come un’ostruzione.
Talvolta, per liberarsi di una palla di pelo difficile da eliminare, il gatto cerca di vomitare, per esempio ingerendo erba gatta.
In una certa misura, se si verificano una volta ogni settimana o due, questi episodi rientrano nella normalità e sono utili per evitare complicazioni gravi nel tratto gastrointestinale. Tuttavia, un rigurgito troppo frequente di palle di pelo potrebbe essere sintomo della presenza di un’anomalia a livello gastrointestinale che non ne consente la corretta digestione.
In altri casi il gatto vomita perché ha ingerito un corpo estraneo che è rimasto bloccato nell’esofago o nello stomaco; si tratta tipicamente di piccoli oggetti, come pezzi di filo o di spago, elastici ecc. Oppure potrebbe essere entrato in contatto con sostanze nocive, per esempio una pianta tossica o liquidi velenosi come l’antigelo, un farmaco per uso umano, cibo avariato, oppure alcuni alimenti innocui per l’uomo che possono provocare disturbi gastrointestinali nel gatto, come il cioccolato o la cipolla. In questi casi, il gatto può utilizzare il vomito come meccanismo di difesa, cercando di provocarlo grazie per esempio all’erba gatta.
Se fa molto caldo, il gatto può vomitare anche a causa di un colpo di calore.
Il gatto, poi, può soffrire di intolleranze o allergie a particolari alimenti o a specifici ingredienti contenuti nel cibo umido o secco, oppure avere una reazione negativa ai cambiamenti nella dieta che si può manifestare attraverso il rigurgito di cibo intero o solo parzialmente digerito dopo il pasto.
Il vomito può essere dovuto anche alla presenza di parassiti intestinali, i cosiddetti vermi, che si distinguono in base alla loro forma in vermi piatti (o cestodi), tra i quali il più diffuso è la tenia, e vermi tondi (o nematodi), in particolare gli ascaridi.
Le tenie sono vermi bianchi che, una volta introdotti nell’organismo del gatto, si attaccano alla parete intestinale attraverso la testa uncinata e possono crescere fino a raggiungere anche diverse decine di centimetri di lunghezza. Le uova, di piccole dimensioni, sono contenute nei segmenti più distanti dalla testa, che si staccano e passano nelle feci, diffondendosi così all’esterno, con la possibilità di infestare altri animali e anche l’uomo.
Anche gli ascaridi si diffondono attraverso le uova contenute nelle feci degli animali infestati e, quando si trovano nello stadio di larve, possono passare nella placenta e nel latte, colonizzando quindi i feti e i gattini.
Inoltre, il vomito può essere un sintomo associato a diverse condizioni e malattie di tipo:
- gastrointestinale (ulcere, infiammazioni, stitichezza, malattie infiammatorie intestinali, gastrite, gastroenterite)
- metabolico (diabete, ipertiroidismo)
- renale
- epatico
- pancreatico (pancreatite)
- neurologico
- tumorale
- infettivo (peritonite infettiva del gatto, panleucopenia felina, per la quale esiste un vaccino).
Alcune cause di vomito sono più diffuse nel gatto anziano: è il caso, per esempio, delle malattie renali, dell’ipertiroidismo e delle patologie infiammatorie croniche intestinali.
Quando preoccuparsi?
Come detto, episodi occasionali di vomito sono piuttosto comuni nel gatto e, in generale, non devono allarmare.
È opportuno invece rivolgersi al veterinario se il vomito si verifica molto frequentemente (in alcune forme gli episodi possono presentarsi anche ogni giorno), si prolunga per diverse ore, aumentando il rischio di disidratazione, ed è accompagnato da altri sintomi, tra cui:
- letargia
- debolezza
- riduzione dell’appetito o cambiamento nelle abitudini alimentari
- aumento della sete
- variazioni nella minzione
- presenza di sangue nel vomito
- addome sensibile al tatto (che indica dolore addominale)
- cambiamenti nella voce (per esempio voce rauca)
- febbre
- diarrea.
Per individuare le cause del vomito, il veterinario raccoglie informazioni sulle caratteristiche, sulla frequenza e sul momento della giornata in cui si verificano gli episodi (di notte, al mattino, a stomaco vuoto o dopo il pasto), sugli alimenti ingeriti (croccantini, crocchette, cibo umido, altri alimenti non appropriati o introdotti da poco nella dieta), sull’eventuale esposizione a sostanze potenzialmente tossiche ecc.
Anche il colore del vomito può dare qualche ulteriore indicazione per orientare la ricerca delle possibili cause:
- se è di colore giallo o verde contiene bile, spesso si verifica a stomaco vuoto e può indicare la presenza di un disturbo epatico
- se è trasparente può essere legato alla presenza di una palla di pelo
- se è di colore rosa o rosso può indicare la presenza di sangue nel vomito, proveniente da un’emorragia a livello dell’esofago o dello stomaco, dovuta per esempio all’ingestione di sostanze tossiche o irritanti, o a un’ulcera nel tratto digestivo superiore
- se il vomito è marrone, il problema probabilmente va ricercato nel tratto digestivo inferiore (ulcere, lesioni, infezioni batteriche, malattie infiammatorie o tumori intestinali).
Per arrivare alla diagnosi, il veterinario visita il gatto, effettua analisi del sangue e delle feci per individuare la presenza di sostanze tossiche, infestazioni da parassiti o altre malattie.
Se necessario, possono essere eseguiti esami più approfonditi, con ecografie e radiografie del tratto digestivo ed eventualmente una biopsia intestinale.
Cosa fare?
Se il vomito è un evento sporadico e il gatto si presenta attivo e in buono stato di salute generale, generalmente si risolve da solo in poco tempo. Per migliorare la situazione si può provare a sospendere la somministrazione di cibo per alcune ore. Possono essere utili alcuni rimedi naturali a base di erbe che aiutano la digestione, contrastano la nausea e le eventuali infiammazioni della mucosa gastrica, come la camomilla, lo zenzero, la malva e il tiglio, da somministrare sotto forma di tisane.
Se il vomito è frequente e prolungato è necessario un trattamento di supporto per evitare la disidratazione. Il primo intervento consiste nella somministrazione di fluidi per via endovenosa o sottocutanea, ma in alcuni casi il veterinario può prescrivere una terapia con farmaci antiemetici, cioè in grado di controllare il vomito.
Di solito lo specialista consiglia anche una dieta leggera, che prevede piccole quantità di cibo da somministrare più volte al giorno, spesso con formulazioni specifiche facilmente digeribili, con l’eventuale aggiunta di prodotti a base per esempio di condroitina o nucleotidi per ripristinare una corretta funzionalità dell’apparato gastrointestinale. È importante anche l’assunzione di quantità adeguate di acqua per prevenire la disidratazione.
Se la situazione migliora, gradualmente si reintroduce la normale alimentazione.
Se, al contrario, il vomito persiste nonostante i trattamenti sintomatici, occorre approfondire la ricerca delle cause. Una volta individuate, il veterinario potrà definire gli interventi più opportuni, come per esempio:
- la terapia con un antibiotico o un antivirale in caso di infezioni
- farmaci antiparassitari per le infestazioni da vermi intestinali
- terapie mirate contro le sostanze tossiche
- intervento chirurgico o in endoscopia per rimuovere eventuali ostruzioni
- dieta e trattamento antibiotico e steroideo per le malattie infiammatorie intestinali
- chirurgia, radioterapia, chemioterapia per i tumori.
Reference
Batchelor DJ, Devauchelle P, et al. Mechanisms, causes, investigation and management of vomiting disorders in cats: a literature review. J Feline Med Surg. 2013 Apr;15(4):237-65. doi: 10.1177/1098612X12473466.
Cornell University. Feline Health Center. Vomiting. Disponibile all’indirizzo: https://www.vet.cornell.edu/departments-centers-and-institutes/cornell-feline-health-center/health-information/feline-health-topics/vomiting#:~:text=Many%20cats%20vomit%20on%20occasion,evaluated%20by%20a%20veterinarian%20promptly.