L’obesità canina è un problema di salute globale in crescita, con dati sulla prevalenza che variano tra il 20% e il 40% in tutto il mondo.
L’obesità è il risultato di un prolungato squilibrio tra l’assunzione e il consumo di energia, ma oggi si comprende meglio che la sua eziologia è rappresentata da un’interazione complessa tra genetica, dieta, metabolismo e livelli di attività fisica nei cani come nell’essere umano.
Inoltre, la composizione e la funzionalità del microbiota intestinale possono agire come fattori determinanti attraverso una varietà di meccanismi, tra cui la produzione di metaboliti batterici che possono portare a un aumento del metabolismo energetico derivato dalla dieta e promuovere la regolazione dell’adipogenesi e il rilascio di adipochine infiammatorie.
Nell’uomo l’obesità è associata a infiammazione sistemica di basso grado, ed è stato dimostrato che la perdita di peso può invertire questa condizione. Inoltre, recenti ricerche nell’uomo indicano che le alterazioni nell’equilibrio pro-ossidante e anti-ossidante svolgono un ruolo critico nella patogenesi dell’obesità e possono portare a infiammazione cronica del tessuto adiposo. Ad oggi, la valutazione dello stato antiossidante nelle malattie canine è ancora agli inizi.
Restrizione calorica: scarso impatto nei cani obesi
La restrizione calorica rappresenta la principale strategia terapeutica per ottenere la perdita di peso e si ipotizza che possa influenzare lo stato infiammatorio e antiossidante dei cani obesi.
Tuttavia, rimane poco chiaro se il ridotto apporto di calorie conseguente alla restrizione calorica possa influenzare il microbiota intestinale. Il lavoro di Vecchiato et al. ha avuto lo scopo di valutare le differenze a livello sierico nei parametri relativi allo stato infiammatorio e antiossidante e di analizzare il microbiota fecale e i metaboliti batterici correlati in 16 cani obesi e in 15 cani magri.
Per 30 giorni gli Autori hanno somministrato a tutti i cani arruolati nello studio una dieta in grandi quantità, con alti livelli di proteine e alti livelli di fibre, per mantenere il peso corporeo. Successivamente, i 16 cani obesi sono stati alimentati per 180 giorni con lo stesso tipo di dieta, ma in quantità ristrette, al fine di promuovere una perdita di peso.
Innanzitutto, prima dell’introduzione della dieta sperimentale (T0), gli Autori hanno osservato lievi differenze nelle popolazioni batteriche fecali tra i cani obesi e quelli magri; tuttavia, la diversità batterica e i principali metaboliti batterici non presentavano differenze significative.
Dai risultati dello studio è emerso che, rispetto ai cani magri, i cani obesi mostravano livelli sierici più elevati dei marker infiammatori proteina C reattiva (PCR) e aptoglobina (Hp) e di tiroxina totale (TT4). Sorprendentemente, livelli più elevati dei marker associati alla capacità antiossidante sono stati riscontrati nei cani obesi.
Inoltre, in questo stesso gruppo di cani, tali marker sono risultati inversamente correlati all’Hp prima della fase di restrizione calorica.
Rispetto a T0 il trattamento dietetico ha influenzato il microbiota fecale dei cani obesi, riducendo l’abbondanza di microrganismi appartenenti al taxon Firmicutes e aumentando l’abbondanza di quelli appartenenti al taxon Bacteroides spp. Tuttavia, questi cambiamenti non hanno avuto un impatto significativo sull’indice di disbiosi.
La restrizione calorica non ha determinato cambiamenti significativi su larga scala nelle popolazioni batteriche. Di conseguenza, l’indice di disbiosi, gli indici di diversità batterica e i metaboliti non sono stati influenzati in modo significativo nei cani obesi.
La restrizione calorica, inoltre, non ha portato a una riduzione dei marcatori infiammatori o a un miglioramento dello stato antiossidante, si è però osservato un aumento dei livelli di TT4.
Obesità e restrizione calorica: evidenze e prospettive future
Lo studio di Vecchiato ha fornito evidenze relative al fatto che i cani obesi presentano uno stato infiammatorio subclinico, caratterizzato da livelli più elevati di alcuni marcatori infiammatori e contemporaneamente da una capacità antiossidante totale più elevata. Dai risultati del lavoro, la restrizione calorica non ha influenzato lo stato infiammatorio dei cani obesi.
Il microbiota fecale dei cani obesi e magri non ha mostrato grandi differenze, e né la diversità batterica né i metaboliti sono stati influenzati dallo stato nutrizionale dei cani. La restrizione calorica ha determinato alcune variazioni nell’abbondanza di alcune popolazioni batteriche, ma non ha influenzato la diversità batterica e l’indice di disbiosi nei cani obesi. Questo studio ha fornito informazioni sull’implicazione del microbiota intestinale, dello stato infiammatorio e dello stato antiossidante, nonché dell’omeostasi tiroidea nell’obesità canina. Ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere meglio, nei cani, l’influenza di tali fattori su questa condizione.
Reference
Reference: Vecchiato CG, Golinelli S, Pinna C, Pilla R, Suchodolski JS, Tvarijonaviciute A, Rubio CP, Dorato E, Delsante C, Stefanelli C, Pagani E, Fracassi F, Biagi G. Fecal microbiota and inflammatory and antioxidant status of obese and lean dogs, and the effect of caloric restriction. Front Microbiol. 2023 Jan 12;13:1050474. doi: 10.3389/fmicb.2022.