La tendenza sempre più diffusa tra la popolazione generale a orientarsi verso diete ritenute più naturali fa crescere anche il numero dei proprietari di cani che vanno alla ricerca di alimenti alternativi per il proprio animale da compagnia, diversi dal cibo secco estruso di produzione industriale. Questo atteggiamento non è ancora stato approfondito da indagini ufficiali, ma si può, con tutta probabilità, ricondurre a una diffidenza generalizzata nei confronti del pet food d’origina industriale e all’intento di evitare contenuti ritenuti nocivi come conservanti e additivi, oppure ingredienti ignoti e potenzialmente contaminanti.
In questo scenario stanno trovando crescente spazio i cibi integrali cotti per il cane. Nell’uomo gli alimenti integrali contrastano l’infiammazione e rafforzano la risposta immunitaria, riducendo il rischio di andare incontro a diverse malattie.
Si tratta di benefici attribuibili ai nutrienti contenuti nella frutta, nei vegetali e nei cereali integrali, con i carotenoidi e i flavonoidi che attivano e sostengono il sistema immunitario.
Nel cane, invece, non è ancora stata approfondita l’ipotesi che il cibo integrale cotto possa rappresentare un vantaggio in termini di salute rispetto alla classica dieta estrusa secca d’origine industriale. Un contributo in questa direzione viene da uno studio condotto all’Università di Glendale in Arizona, pubblicato sulla rivista Frontiers In Veterinary Science.
Metodi e risultati dello studio statunitense
L’obiettivo dello studio, che è stato impostato secondo un modello prospettico randomizzato in crossover, era di valutare gli effetti di una dieta integrale sulla funzione immunitaria e sul fenotipo infiammatorio del cane sano.
A questo scopo, 16 cani di età compresa tra uno e dieci anni sono stati divisi in due gruppi che sono stati alimentati per 67 giorni con cibo integrale o tramite una dieta estrusa secca, e poi viceversa per altri 67 giorni. Al completamento di ogni braccio dello studio – vale a dire dopo 67 e 134 giorni rispettivamente – gli animali sono stati sottoposti a prelievi ematici per le valutazioni previste.
Dai risultati dei test emerge che i cani alimentati con cibi integrali presentano un rapporto TNF-α/IL-10 significativamente più basso (P = 0,05) e una produzione più elevata di IL-8 (P = 0,03) a livello dei leucociti, a contrassegnare un effetto antinfiammatorio e il rafforzamento della risposta antinfettiva.
I meccanismi alla base dei benefici
Come sottolineano gli autori, le ragioni di questo effetto antinfiammatorio possono essere molteplici. Per esempio, la presenza minore di prodotti finali della glicazione avanzata (AGEs) che caratterizza gli alimenti integrali, che vengono cotti a temperature più basse del cibo estruso secco (queste macromolecole vengono assorbite con la dieta e nell’uomo sono state associate a malattia infiammatorie croniche come l’osteoartrite, l’aterosclerosi, la nefropatia e il diabete).
Viene citato anche il contenuto in olio di pesce come fonte di EPA e DHA, con il loro effetto pro-infiammatorio più contenuto rispetto a quello degli acidi grassi polinsaturi omega-6, ma anche la presenza di vitamina D e di zinco.
Da parte sua, l’aumento della produzione leucocitaria di IL-8 determinato dalla dieta integrale comporta un’aumentata efficienza della risposta immunitaria, dato che l’interleuchina-8 interpreta un ruolo importante contro le infezioni e nella cicatrizzazione delle ferite.
Unitamente all’azione antinfiammatoria, questo beneficio a livello citochinico attesta che gli alimenti integrali migliorano la risposta innata alle infezioni.
Auspicabile, come sviluppo futuro, che si conducano studi analoghi su cani non sani, che si possano confrontare i singoli componenti delle due diete e che valutazioni ulteriori consentano di determinare con precisione a quali sostanze si possano attribuire i benefici riscontrati.
Reference
Jaffey JA, Su D, Monasky R, Hanratty B, Flannery E, Horman M. Effects of a whole food diet on immune function and inflammatory phenotype in healthy dogs: A randomized, open-labeled, cross-over clinical trial. Front Vet Sci. 2022;9:898056. Published 2022 Aug 23. doi:10.3389/fvets.2022.898056