I cani domestici (Canis familiaris) convivono con l’uomo da oltre 14.000 anni e sono tra gli animali da compagnia più diffusi, soprattutto nel mondo occidentale, dove milioni di famiglie ne possiedono almeno uno.
Negli ultimi anni, i cani sono stati studiati per la loro capacità di formare forti legami con gli esseri umani e con le altre specie animali, con una serie di sfumature comportamentali. Tuttavia, l’aggressività del cane nei confronti dell’essere umano, di altri cani o di altri animali, rimane un problema comune che può comportare seri rischi per i proprietari, altri esseri umani e/o per il personale veterinario.
Le interazioni aggressive, in particolar modo quelle che implicano morsi, possono portare a danni fisici, traumi psicologici e alla trasmissione di malattie. Inoltre, il comportamento aggressivo rappresenta un rischio anche per lo stesso cane aggressore, dato che l’aggressività è motivo, spesso, di abbandono dell’animale in strutture dove difficilmente si arriva ad un recupero del comportamento e ciò a volte porta all’eutanasia del cane. Di conseguenza, la comprensione dei meccanismi e dei fattori responsabili dei cattivi comportamenti canini, non compatibili con una serena condivisione degli spazi con persone o altri animali, risulta fondamentale.
Negli ultimi anni sono emerse varie evidenze che suggeriscono che il microbioma intestinale possa interagire con la fisiologia dei mammiferi ed influenzarne il comportamento.
Queste interazioni includono aspetti della fisiologia correlati ai comportamenti aggressivi dei mammiferi. Per esempio, alcuni studi hanno scoperto che specifici ceppi di batteri (che rientrano tra i probiotici) possono migliorare la salute dell’ospite, modulando gli stati d’ansia ed i livelli degli ormoni connessi allo stress come i glucocorticoidi.
Inoltre, i batteri intestinali possono produrre sostanze neuroattive, come i precursori dei neurotrasmettitori monoamminici che agiscono sull’asse intestino-cervello, con un potenziale impatto sul comportamento e gli stati d’ansia.
Aggressività e composizione del microbioma intestinale
Ad oggi, nessuno studio ha approfondito, nello specifico, l’associazione tra il microbioma intestinale e l’aggressività nei cani. Per tale ragione lo studio di Kirchoff e collaboratori ha esaminato campioni fecali provenienti da una piccola popolazione di pitbull salvati da una condizione di sfruttamento per combattimenti clandestini, al fine di rilevare l’eventuale correlazione tra composizione del microbioma intestinale e l’aggressività canina e per determinare se fosse possibile prevedere i comportamenti aggressivi.
La popolazione di pitbull esaminata nello studio era rappresentata da 31 cani, di cui 21 con comportamento aggressivo tra conspecifici e 10 con comportamento normale.
Dai risultati è emerso che i cani con comportamenti aggressivi presentavano una composizione del microbiota intestinale diversa rispetto a quella dei cani con un comportamento normale.
I phyla di batteri intestinali dominanti nei 31 cani erano rappresentati da Firmicutes, Fusobacteria, Bacteroidetes e Proteobacteria. In particolare, però, i phyla Proteobacteria e Fusobacteria erano maggiormente presenti nei cani non aggressivi, mentre il phylum Firmicutes era più abbondante nei cani aggressivi.
Questa diversa composizione del microbioma intestinale correlata a un comportamento aggressivo potrebbe portare a procedure diagnostiche atte a prevedere l’aggressività al fine di intervenire in maniera preventiva.
Nuove prospettive di ricerca
Lo studio ha dimostrato che esiste una correlazione tra lo stato di aggressività dei cani e il loro microbiota intestinale, con abbondanze relative di specifici taxa batterici che variano tra cani aggressivi e cani non aggressivi.
Queste osservazioni sono rilevanti in quanto indicano che i cani aggressivi manifestano condizioni fisiologiche nell’intestino che influenzano la composizione stessa del microbioma intestinale, e che quest’ultima può influenzare il comportamento aggressivo. Queste evidenze possono rappresentare la base di studi successivi atti a prevedere l’aggressività del cane tramite l’analisi del microbioma intestinale.
Reference
Kirchoff NS, Udell MAR, Sharpton TJ. The gut microbiome correlates with conspecific aggression in a small population of rescued dogs (Canis familiaris). PeerJ. 2019 Jan 9;7:e6103. doi: 10.7717/peerj.6103.