Un recente studio analizza l’impatto di diversi antimicrobici sul microbiota intestinale di cavalli sani, mostrando come queste terapie possano alterare temporaneamente l’equilibrio della comunità batterica intestinale, provocando diarrea antimicrobico-indotta (AAD), una condizione che nei cavalli può evolvere in laminite, sepsi, insufficienza d’organo e persino morte.
Nonostante la sua gravità, la patofisiologia dell’AAD non è ben compresa, e il suo tasso di prevalenza varia dal 22% al 94%. Le principali cause identificate di AAD includono agenti patogeni come Clostridioides difficile, Clostridium perfringens e Salmonella spp., sebbene in molti casi non venga identificato un agente eziologico specifico.
Perciò, studi controllati sugli effetti degli antimicrobici comunemente usati in medicina equina potrebbero migliorare la comprensione dei meccanismi alla base dell’AAD.
In uno studio recente, 20 cavalli adulti sani, selezionati e monitorati presso l’Ohio State University, sono stati suddivisi in cinque gruppi. Quattro gruppi hanno ricevuto differenti antimicrobici (metronidazolo, eritromicina, doxiciclina, sulfadiazina/trimetoprim), mentre un gruppo di controllo non ha ricevuto farmaci. I cavalli, alimentati con fieno e monitorati per due settimane, sono stati sottoposti a regolari esami clinici, raccolta di campioni fecali e analisi ematiche. L’analisi del DNA batterico fecale ha utilizzato tecnologie di sequenziamento avanzate per valutare i cambiamenti nel microbiota.
Durante il trattamento, che si estende dal giorno 1 al giorno 6, si osservano cambiamenti significativi nella composizione batterica, ma il microbiota tende a tornare ai livelli di base entro il giorno 30, pur con alcune differenze residue.
I risultati dello studio
I risultati hanno mostrato alterazioni significative della ricchezza e diversità microbica nei gruppi trattati con doxiciclina, eritromicina e metronidazolo rispetto al gruppo di controllo. Nei cavalli trattati con eritromicina, ad esempio, si è osservata una diminuzione significativa della ricchezza microbica tra i giorni 2 e 6. Diversità e uniformità, misurate attraverso l’indice di Shannon, sono risultate ridotte in vari punti temporali nei gruppi trattati con doxiciclina, eritromicina e metronidazolo, ma non in quelli trattati con sulfadiazina/trimetoprim, che hanno mantenuto parametri simili al controllo.
Tra i farmaci esaminati, l’eritromicina ha causato gli effetti più marcati, con una drastica riduzione di batteri benefici come Fibrobacter e Treponema, e un aumento di batteri legati alla disbiosi intestinale, tra cui Fusobacterium e Escherichia-Shigella. Questi cambiamenti possono predisporre a condizioni infiammatorie dell’intestino e facilitare episodi di diarrea. Anche il metronidazolo e la doxiciclina hanno indotto alterazioni significative, sebbene meno pronunciate rispetto all’eritromicina. Al contrario, il farmaco sulfadiazina/trimethoprim (SMZ-TMP) ha avuto un impatto molto limitato, mostrando effetti paragonabili a quelli del gruppo di controllo.
Conclusioni
I risultati evidenziano che la somministrazione di antimicrobici può temporaneamente alterare il microbiota intestinale, ma la comunità batterica dimostra una certa resilienza, recuperando in gran parte il suo equilibrio naturale dopo la fine del trattamento. Tuttavia, i cambiamenti osservati durante la terapia, soprattutto con eritromicina, ricordano quelli riscontrati in condizioni patologiche come la disbiosi intestinale (es. colite). Questo suggerisce che l’uso di antimicrobici, in particolare nei cavalli adulti, dovrebbe essere gestito con attenzione per ridurre il rischio di effetti avversi sull’equilibrio intestinale.
Reference
Gomez D, Toribio R, Caddey B, Costa M, Vijan S, Dembek K. Longitudinal effects of oral administration of antimicrobial drugs on fecal microbiota of horses. J Vet Intern Med. 2023 Nov-Dec;37(6):2562-2572. doi: 10.1111/jvim.16853.