Uno studio recente ha fornito risultati promettenti riguardo l’effetto benefico dell’integrazione nella dieta del lievito Saccharomyces cerevisiae, migliorando le funzionalità intestinali dei cani.
Sebbene comuni, nei cani i bruschi cambiamenti nella dieta possono contribuire allo sviluppo di disturbi digestivi, problemi gastrointestinali e diarrea. Ciò, inoltre, può influenzare anche l’integrità dell’intestino e del microbiota intestinale, quest’ultimo protagonista fondamentale dei processi metabolici e digestivi dell’organismo.
Negli studi sulla nutrizione animale, gli additivi funzionali hanno dimostrato di poter attenuare i disturbi gastrointestinali derivanti dai cambiamenti nella dieta. In particolare, i probiotici a base di lievito Saccharomyces cerevisiae hanno dimostrato di avere effetti positivi sulla funzione intestinale e sulla salute del microbiota, riducendo la dispepsia in tali situazioni. Anche se non sono ancora del tutto chiari i meccanismi attraverso i quali i probiotici a base di lievito influenzano le funzionalità gastrointestinali, si ipotizza che alcuni fattori svolgano un ruolo chiave. Questi includono:
- produzione di metaboliti come gli acidi grassi a catena corta (SCFA), gli antiossidanti e le vitamine del gruppo B;
- interazione diretta con altri microrganismi tramite i mannano-oligosaccaridi (MOS) e i β-glucani.
In diversi studi precedenti, l’integrazione alimentare di Saccharomyces cerevisiae vivi ha dimostrato di ridurre i livelli di Escherichia coli nelle feci dei cani e di rimodulare l’immunità e la composizione del microbiota intestinale, migliorando la diversità microbica, nei suinetti.
Saccharomyces cerevisiae e la sua influenza sul microbiota intestinale del cane
Nonostante i potenziali benefici che sembrano essere dati dall’integrazione alimentare con Saccharomyces cerevisiae, ad oggi non sono stati effettuati studi che abbiano valutato il microbiota intestinale e i suoi geni funzionali mediante l’uso di strumenti molecolari avanzati in cani che ricevono probiotici a base di lievito. Inoltre, in questo contesto, l’uso di indicatori relativamente nuovi, come l’indice di disbiosi, potrebbe aiutare a comprendere meglio gli effetti dell’integrazione con questa tipologia di probiotici. Pertanto, lo studio di Bastos et al. ha avuto l’obiettivo di valutare la digeribilità dei nutrienti, i prodotti fermentativi intestinali, il microbiota fecale e i suoi geni funzionali mediante l’utilizzo del database KEGG (Kyoto Encyclopedia of Genes and Genomes) nei cani sottoposti a un cambiamento dietetico repentino, con o senza l’aggiunta di un probiotico a base di lievito vivo.
Gli Autori hanno arruolato 16 cani adulti appartenenti alla razza beagle. Gli animali sono stati divisi in due gruppi da otto individui ciascuno: gruppo con integrazione alimentare a base di Saccharomyces cerevisiae e gruppo controllo (senza integrazione con lieviti). I cani dei due gruppi sono stati alimentati con una dieta a basso contenuto di proteine e fibre per 21 giorni. Gli animali di entrambi i gruppi, dal giorno 22 fino al giorno 49 dello studio, sono stati sottoposti ad uno switch alimentare netto con una dieta più ricca in proteine e fibre.
Dai risultati dello studio è emerso innanzitutto che l’integrazione di lievito non ha influenzato statisticamente la digeribilità della dieta. Il gruppo di cani che avevano ricevuto il probiotico a base di lievito ha mostrato una minore concentrazione a livello fecale di ammine biogene totali (giorni 21 e 49), ammoniaca (giorno 23) e composti aromatici e una maggiore concentrazione fecale di butirrato. Questo stesso gruppo di cani, inoltre, ha mostrato un indice di disbiosi inferiore, una maggiore abbondanza di Bifidobacterium e Turicibacter e una minore abbondanza di Lactobacillus ed E. coli rispetto al gruppo controllo. La diversità beta (indice della diversità di specie microbiche all’interno del microbiota) ha dimostrato una chiara differenziazione nel microbiota intestinale tra il gruppo di controllo e quello probiotico il giorno 49 dello studio. Altresì, Il gruppo di controllo ha mostrato una sovraregolazione nei geni correlati a fattori di virulenza, resistenza agli antibiotici e stress osmotico.
L’utilizzo di lievito come probiotico: risvolti futuri
I risultati del lavoro di Bastos et al. suggeriscono che l’integrazione con Saccharomyces cerevisiae vivo può migliorare la funzionalità gastrointestinale nei cani, riducendo la concentrazione a livello fecale di alcuni cataboliti fermentativi azotati e aumentando la concentrazione totale di butirrato, indipendentemente dalla dieta seguita. Inoltre, l’integrazione di lievito vivo sembra anche modulare il microbiota intestinale e le sue funzioni, favorendo l’eubiosi e l’omeostasi intestinale e riducendo potenziali patogeni, come E. coli. Alla luce di questi risultati, l’integrazione di S. cerevisiae come probiotico nel cibo commerciale per cani potrebbe apportare benefici per la salute di questi animali. Tuttavia, è importante che futuri studi approfondiscano e convalidino questi potenziali effetti.
Reference
Bastos TS, Souza CMM, Legendre H, Richard N, Pilla R, Suchodolski JS, de Oliveira SG, Lesaux AA, Félix AP. Effect of Yeast Saccharomyces cerevisiae as a Probiotic on Diet Digestibility, Fermentative Metabolites, and Composition and Functional Potential of the Fecal Microbiota of Dogs Submitted to an Abrupt Dietary Change. Microorganisms. 2023 Feb 17;11(2):506. doi: 10.3390/microorganisms11020506.