Il microbiota può influenzare il sistema nervoso, con un profondo impatto sulla salute mentale, sull’umore e sul comportamento. Nonostante le numerose ricerche in questo settore in ambito umano, ad oggi esiste una limitata letteratura che esplora la connessione tra fenotipi comportamentali anomali e disturbi del microbiota intestinale negli animali.
Una revisione sistematica di recente pubblicazione ha finalmente fornito una panoramica sugli attuali progressi nello studio del microbiota intestinale sugli animali da reddito (maiali), prestazione (cavalli) e compagnia (cani), dimostrando l’esistenza di un’associazione tra la diversità del microbiota intestinale e i fenotipi comportamentali anomali.
Asse intestino-microbiota-cervello
Come accade negli esseri umani con disturbi mentali, gli animali che mostrano comportamenti anomali spesso presentano cambiamenti nella popolazione del microbiota all’interno del phylum Firmicutes, in particolare nelle famiglie Clostridiaceae, Lachnospiraceae, Oscillospiraceae e Lactobacillaceae.
All’interno di queste famiglie, si riscontra spesso un arricchimento di batteri pro-infiammatori e produttori di acido lattico, nonché una riduzione di batteri produttori di butirrato.
Tuttavia, non è stato possibile capire se la relazione tra i cambiamenti nella popolazione del microbiota e il comportamento anomalo fosse di causa o di effetto.
Secondo gli Autori, infatti, le ipotesi potrebbero essere tre:
1– il microbiota influenza lo sviluppo e la gravità dei fenotipi comportamentali anomali;
2– gli animali con fenotipi comportamentali anomali sono predisposti a un fattore confondente che influisce a sua volta anche sul microbiota;
3– i fenotipi comportamentali anomali provocano cambiamenti fisiologici che alterano l’ambiente gastrointestinale e, a loro volta, influenzano la disbiosi.
Negli animali da reddito, prestazione e compagnia, i metodi per prevenire la disbiosi possono includere l’attenzione rigorosa ai requisiti nutrizionali, inclusi i nutraceutici, l’uso di additivi alimentari come gli acidi grassi a catena corta, acidificanti, prebiotici e probiotici, nonché la riduzione degli eventi stressanti.
Modulare il microbiota in caso di problemi comportamentali
Gli additivi alimentari pre- e probiotici possono includere l’uso di: Lactobacillus poiché in grado di modulare l’espressione di alcuni recettori GABA coinvolti nei comportamenti di ansia; L. rhamnosus poiché in grado di ridurre la produzione di corticosterone indotta dallo stress, dell’ansia e del comportamento depressivo; e L. paracasei che può ridurre la presenza di Clostridium e Enterobacteriales, entrambi correlati a depressione e disbiosi intestinale.
Bisogna comunque tener conto che la profilazione del microbioma degli studi presi in considerazione è stata condotta tramite sequenziamento parziale del gene 16S rRNA, che ha quindi una minore capacità di profilazione rispetto alle nuove tecnologie di sequenziamento.
Inoltre, è necessario considerare che esistono specifici momenti della vita in cui il microbiota intestinale di un animale è fortemente influenzato da fattori esterni, tra cui la dieta, vari fattori di stress, carenze di nutrienti, trattamenti antimicrobici o condizioni di disbiosi.
Conclusioni
Questa revisione fornisce ipotesi testabili per future ricerche volte a stabilire relazioni causali tra il microbiota intestinale e i problemi comportamentali negli animali, offrendo un potenziale promettente per lo sviluppo di interventi terapeutici e/o preventivi volti a ripristinare un asse intestino-cervello sano in grado di mitigare i problemi comportamentali e, di conseguenza, migliorare la salute degli animali.
Reference
Reference: Homer B, Judd J, Mohammadi Dehcheshmeh M, Ebrahimie E, Trott DJ. Gut Microbiota and Behavioural Issues in Production, Performance, and Companion Animals: A Systematic Review. Animals (Basel). 2023 Apr 25;13(9):1458. doi: 10.3390/ani13091458.