Pubblicato sulla rivista Animals, uno studio italiano sottolinea che una preparazione a base di estratti vegetali, tannini e ossido di zinco microincapsulati, minerali, vitamine e prebiotici rappresenta una valida alternativa al trattamento antibiotico nel trattamento della diarrea acuta.
Tra le cause che portano a consultare il veterinario, la diarrea acuta del cane rappresenta un sintomo frequente, che comporta spesso il ricorso a un antibiotico, con ovvie conseguenze in termini di antibioticoresistenza e disbiosi intestinale.
In assenza di complicanze queste forme si risolvono spesso spontaneamente, ma nel 45-70% dei casi viene prescritto un antibiotico. L’intento è di evitare che si instaurino disidratazione e squilibri elettrolitici, ma questo tipo di approccio empirico e indifferenziato – tutt’ora molto frequente nella pratica veterinaria – non solo alimenta le resistenze, ma minaccia anche l’equilibrio fisiologico del microbiota intestinale, che nei cani con diarrea acuta si caratterizza già per una ridotta ricchezza e varietà delle specie batteriche.
Il razionale di un approccio alternativo
Parte da questi presupposti e dalla consapevolezza del ruolo che la flora intestinale svolge per il benessere dell’intero organismo, l’ipotesi di approcci alternativi che prevedono l’impiego di principi nutraceutici per ripristinare la corretta permeabilità della barriera intestinale. Infatti nelle forme di diarrea acuta, la mucosa intestinale può risultare danneggiata o infiammata ed è utile ricorrere a sostanze in grado di ripristinare le sue proprietà di barriera, come l’acido tannico, lo zinco e nucleotidi come le purine e le pirimidine. È appunto in base a questo razionale che – con l’antibioticoresistenza considerata ormai come una vera e propria emergenza – uno studio italiano pubblicato sulla rivista Animals ha messo a confronto un classico trattamento antibiotico con un preparato nutraceutico in un gruppo di cani affetti da diarrea acuta non emorragica.
Gli effetti dei trattamenti sono sovrapponibili
Il lavoro ha coinvolto 30 cani, che sono stati suddivisi random in due gruppi di trattamento della durata di sei giorni: un gruppo ha ricevuto la classica combinazione di spiramicina e metronidazolo per os, l’altro una preparazione nutraceutica in compresse a base di ossido di zinco e acido tannico microincapsulati, mannanoligosaccaridi, farina di carruba, nucleotidi e vitamina B12, con l’aggiunta di prebiotici.
Dai risultati è emerso che nel gruppo trattato con il preparato nutraceutico la consistenza delle feci e la frequenza delle evacuazioni sono migliorate significativamente già dal giorno 2, rispetto al gruppo trattato con antibiotici in cui gli stessi parametri sono migliorati a partire dai giorni 3 e 4. Più precoci con il nutraceutico anche il recupero dell’appetito e la scomparsa del vomito, così come i benefici attestati dall’indice CADS (Canine Acute Diarrhea Severity), che sono comunque migliorati progressivamente negli animali di entrambi i gruppi.
Il nutraceutico come una valida opzione
In modo sorprendente, lo studio non ha fatto emergere differenze degne di nota nemmeno nella composizione del microbiota. Nonostante spiccate variazioni individuali durante la valutazione, che ribadiscono i frequenti aggiustamenti dinamici cui va incontro la flora batterica, l’indice di disbiosi dei due gruppi è infatti risultato simile. Secondo gli autori, la mancanza delle attese variazioni determinate da metronidazolo – dalla crescita dell’E. coli alla riduzione in abbondanza delle specie anaerobiche ad azione benefica – potrebbe dipendere dalla somministrazione in monoterapia quotidiana dell’antibiotico o dal metodo di valutazione, che ha utilizzato la qPCR, ma non il sequenziamento genico completo rRNA 16S di nuova generazione. In ogni caso, questo non cambia l’esito complessivo del lavoro, che sottolinea come un trattamento a base di estratti vegetali, minerali, vitamine, probiotici e prebiotici consenta di ottenere risultati clinici sovrapponibili a quelli di una formulazione antibiotica. In pratica, una preparazione nutraceutica può rappresentare una valida alternativa all’antibiotico, che sarebbe da riservare ai casi che presentano evidenze di un effettivo coinvolgimento infettivo o segni di sindrome da risposta infiammatoria sistemica.
Reference
Pignataro G, Di Prinzio R, Crisi PE, et al. Comparison of the Therapeutic Effect of Treatment with Antibiotics or Nutraceuticals on Clinical Activity and the Fecal Microbiome of Dogs with Acute Diarrhea. Animals (Basel). 2021;11(6):1484. Published 2021 May 21. doi:10.3390/ani11061484